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Bertinotti fa saltare il tavolo dell'economia

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Il leader di Rifondazione contesta all'Unione «interventi troppo blandi nel settore finanziario»

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«Ci sono punti ancora da chiarire — ha fatto sapere Romano Prodi — e ad armonizzarli sarà il tavolo del programma. Sull'economia, per esempio, c'è la necessità di ulteriori precisazioni su cifre e priorità». Fausto Bertinotti però ha spiegato di avere qualche perplessità su una parte dell'impostazione della politica economica, anche se ha detto di essere convinto che nella «cabina di regia» «possono essere individuate delle soluzioni». FOra i nove responsabili del programma elaboreranno delle schede da presentare alla convention programmatica ma le soluzioni sono già avanzate su molti temi. ECONOMIA - «Se sulle questioni sociali o dell'ambiente o della scuola si è trovato un ampio consenso, su un punto, che è il cuore dell'economia, e cioè l'economia reale e il risanamento della finanza, l'approccio è diverso e temiamo che vengano introdotti solo dei correttivi alle politiche economiche fin qui realizzate che non sarebbero sufficienti». È questo il paletto posto da Fausto Bertinotti in tema di economia, ma il leader di Rifondazione ha spiegato anche di confidare nel fatto che la «cabina di regia» potrà essere in grado di trovare delle soluzioni. E accanto a lui Verdi e Pdci vorrebbero che nel programma venisse esplicitata anche l'abrogazione della legge 30. «Non facciamo — ha replicato Fassino — una guerra di parole. Il punto è che la flessibilità esiste e nessuno pensa di cancellarla, sappiamo però che si è tradotta in precarietà e qui si deve intervenire con gli ammortizzatori sociali e le modifiche che conosciamo». POLITICA ESTERA - Comunisti italiani e Verdi hanno qualche perplessità sulla formulazione che nella bozza programmatica riguarda il ritiro dei soldati italiani dall'Iraq. «È il governo italiano che deve decidere», ha puntualizzato Diliberto a proposito del passaggio sul governo iracheno. E insieme a Pecoraro ha presentato un emendamento per mettere nero su bianco che la consultazione è solo tecnica sui tempi e che va garantita la sicurezza «delle nostre truppe» (mentre nel testo non era esplicitato). TEMI ETICAMENTE SENSIBILI - Si parla ancora delle unioni civili e, dopo l'annuncio dell'accordo trovato lunedì sulla proposta di Giuliano Pisapia, ieri Rutelli ci è tornato sopra sottolineando che il punto è assicurare alcuni diritti a coppie di conviventi, eterosessuali o omosessuali, ma «senza scimmiottare i matrimoni». E anche dall'Udeur, che ha disertato la due giorni di San Martino in Campo, viene un altolà, con la richiesta di una «grande chiarezza nel dire no a qualsiasi forma che possa creare ambiguità sulla centralità della famiglia fondata sul matrimonio». Atteggiamento speculare a quello della «Rosa nel Pugno», con il socialista Boselli che, nonostante l'assenza dal seminario, assicura di sentirsi «già parte del centrosinistra» e il radicale Capezzone che plaude alla proposta dell'Unione per le coppie di fatto. ISTITUZIONI E LEGGE ELETTORALE - Modificare l'articolo 138 della Costituzione per far sì che riforme riguardanti l'assetto politico-istituzionale del Paese non possano avvenire a colpi di maggioranza. È questo un altro degli elementi emersi dal seminario programmatico. Ivi compresa la legge elettorale per la quale sono allo studio dell'Unione due ipotesi di modifica: la prima di ritorno al maggioritario e la seconda di un proporzionale alla tedesca.

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