Almunia ci ripensa e promuove i conti italiani
È appena finito l'Ecofin e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, dopo avere avuto un breve incontro bilaterale con Almunia, si avvia verso la macchina senza rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. Sorridendo più volte, risponde con la battuta a cui ricorre sovente quando preferisce non parlare: «Sono un fantasma». Uscendo subito dopo, tuttavia, il commissario spagnolo che un'ora prima si era limitato a definire il meeting con Tremonti «amichevole e positivo» - senza volerlo qualificare come «soddisfacente» - rompe una sorta di «silenzio istituzionale» sulla Finanziaria italiana che durava ormai da alcune settimane, sbilanciandosi per la prima volta in un giudizio esplicito. «Ritengo che le cose procedano bene» spiega rispondendo a una domanda sulle misure anti-deficit presentate dall'Italia. E aggiunge, riferendosi al parere che la Commissione Ue dovrà formulare a gennaio, a Finanziaria approvata: «Spero che alla fine potremo dare un giudizio positivo, in linea con la raccomandazione dell'Ecofin» che a luglio ha chiesto all'Italia di portare il deficit-pil al 3,8% nel 2006, e sotto il «tetto» del 3% nel 2007. Sarebbe indubbiamente eccessivo, riferiscono fonti Ue, interpretare le parole di Almunia come il «via libera» a una Finanziaria nei confronti della quale la Commissione Ue ha sollevato alcune perplessità appena tre settimane or sono, con la pubblicazione delle «stime autunnali». Nell'importante documento macroeconomico, infatti, l'esecutivo europeo prevedeva per l'Italia un rapporto deficit-pil al 4,2% nel 2006, a fronte del 3,8% stimato invece dal governo, ipotizzando delle difficoltà nell'implementare con rigore i corposi tagli alla spesa sanitaria e locale decisi da Tremonti. Se di «via libera» non si tratta, comunque, è altrettanto vero che a Bruxelles qualcosa sembra essersi sbloccato - anche a seguito dei «frequenti colloqui» e dei numerosi «contatti tecnici» tra Commissione e Tesoro - e che nei confronti dei conti pubblici italiani si respira un'aria meno pesante. Vale la pena di ricordare, in proposito, che lunedì, a margine di un Eurogruppo dedicato proprio all'analisi della situazione dei paesi con deficit eccessivi, era giunta l'apertura di credito del ministro delle Finanze austriaco Karl-Heinz Grasser. Considerato da sempre un «falco» in fatto di rigore di bilancio, Grasser, che a gennaio assumerà peraltro la presidenza di turno di un Ecofin chiamato a pronunciarsi sui conti pubblici di Germania, Francia e Italia, ha dichiarato: «Ci stanno veramente provando. Tremonti è un ministro delle Finanze brillante e sono fiducioso che adotteranno misure efficaci». Anche il suo omologo olandese Gerrit Zalm, che contende a Grasser la leadership tra gli «intransigenti», ieri si è mostrato meno duro del solito con i paesi che hanno conti pubblici deficitari, limitandosi a sottolineare che Italia, Francia e Germania dovrebbero «prendere sul serio» il Patto di stabilità. E lo stesso Almunia, non più tardi di lunedì notte, ha ammesso che avrebbe voluto riattivare la procedura per deficit eccessivo nei confronti di Germania e Francia già prima di Natale, ma di volersi prendere più tempo, rinviando il tutto a gennaio, per dar modo ai rispettivi ministri delle Finanze di fornire le spiegazioni adeguate.