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Via tra polemiche alla conferenza sulle droghe

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operatori dei servizi pubblici, le altre comunità, forze di opposizione, sindacati, enti locali e il resto degli esperti, fuori: in questo scenario si apre oggi, a Palermo, la quarta Conferenza nazionale sui problemi connessi alla diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope. Un evento, atteso da tre anni e dovuto per legge, che durerà tre giorni e sarà accompagnato dalle contromanifestazioni di coloro che hanno deciso di disertare. La protesta ha radici profonde, che «pescano» in un approccio completamente diverso al problema delle tossicodipendenze, ma ha trovato nelle ultime decisioni del governo — prima di Gianfranco Fini poi del ministro Carlo Giovanardi al quale il vicepremier ha passato la delega in materia di politiche antidroga — la «miccia» finale. Contestano, in particolare, l'unificazione delle tabelle delle sostanze, quei parametri cioè che permetteranno a forze dell'ordine e magistratura di distinguere tra «consumo» e «spaccio»: mettendo sullo stesso piano eroina, cocaina e cannabis, affermano, una persona sorpresa con più di 250 milligrammi di marijuana o hashish rischia la stessa pena da 6 a 20 anni di carcere di chi ad esempio detiene più di 500 milligrammi di cocaina. E sul tema droga è intervenuto anche il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini: «Non ci può essere la libertà di drogarsi, di fare del male a se o agli altri. È questo il principio che sta all'origine della mia proposta di legge».

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