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Aborto, la sinistra dichiara guerra a Casini

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Il presidente autorizza l'indagine sulla legge 194. Insorge l'Unione, la Cdl lo difende

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Proprio nel giorno in cui il Papa torna ad attaccare l'aborto, il presidente della Camera dà il semaforo verde all'indagine conoscitiva sull'applicazione della 194 e riprende quota con ancora più forza la polemica esplosa tra i poli dopo il primo sì della commissione Affari Sociali di Montecitorio. Casini, con una lettera al presidente della Commissione Giuseppe Palumbo, rende noto che «non sussistono ragioni che ostino allo svolgimento dell'indagine», dal punto di vista regolamentare e quanto alla competenza della commissione. Il Presidente della Camera fa poi alcune precise «raccomandazioni» sullo svolgimento dell'indagine: ambito strettamente conoscitivo, tempi serrati, ampia platea di soggetti da ascoltare. I lavori dovranno concludersi al massimo entro il 31 gennaio 2006, perché «non sarebbe opportuno» estenderne lo svolgimento al periodo di campagna elettorale. Casini definisce poi «opportuno integrare il programma dell'indagine, arricchendo il novero dei soggetti da ascoltare, affinchè alla Commissione possano essere rappresentate in maniera adeguata tutte le principali sensibilità in argomento». «Decisione elettorale, iniziativa di parte e di propaganda», tuona il centrosinistra. «Atto dovuto, scandaloso l'attacco a Casini», ribatte il centrodestra. La polemica monta, tanto che la presidenza della Camera, in una nota, si vede costretta a precisare: da Casini sono stati semplicemente verificati i presupposti regolamentari per lo svolgimento dell'indagine, valutazioni di merito e di opportunità politica spettano invece esclusivamente alla commissione. Ma il centrosinistra punta il dito contro il presidente della Camera. «Ormai Casini è in piena campagna elettorale - denuncia Barbara Pollastrini, responsabile femminile dei Ds - Si muove per il suo interesse e non certo per quello delle donne di questo Paese. Ma prenderà una musata insieme a tutto il governo». Anche la centrista Rosy Bindi promette battaglia; «Controllerò i lavori». E intanto punzecchia Casini: «Prende la parola da presidente, ma dell'Udc, per autorizzare una farsa, perchè non c'è il tempo di un'indagine seria». L'indagine è «un bluff, inaccettabile propaganda contro le donne» anche per il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, che invita Casini a «non fare l'illusionista». Replica il ministro della Salute Francesco Storace: «Oggi Pecoraro attacca Casini, sostenendo che bisogna fare tutto quello che non ha fatto il governo di cui era ministro. Ma quando sta zitto e si vergogna un po'?». Contestano l'indagine sulla 194 i Radicali, che chiedono piuttosto un'indagine sull'eutanasia. La Cdl si schiera invece compatta a difesa dell'indagine e della sua autorizzazione da parte di Casini. «Atto dovuto», lo definiscono il capogruppo del Carroccio alla Camera Andrea Gibelli e il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi, che accusa la sinistra di non avere «rispetto per le istituzioni». Per Ignazio La Russa, presidente dei deputati di An, «lo scandalo sarebbe stato se Casini non avesse autorizzato questa indagine conoscitiva, così come ha autorizzato tutte le altre».

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