Telenovela primarie, si vota ma non si sa se vale
In Sicilia si aprono le urne per eleggere l'anti-Cuffaro. Il centrosinistra si presenta un'altra volta spaccato
Una Unione, in pratica, che si divide anche sulla consultazione a Messina: Ds e Margherita decidono un ulteriore rinvio al 18 dicembre, mentre i partiti minori (Prc, Sdi, Verdi, Pdci e tra gli altri, Idv), in barba alla coalizione, porteranno in data odierna i propri elettori in cabina. In sostanza, il centrosinistra subisce un'altra ferita nel corso di questa consultazione che dovrà eleggere il candidato alla presidenza della Regione Siciliana. Dopo i segni ancora vivi del sofferto parto delle candidature e che ha schierato su due fronti opposti Ds (appoggiano Rita Borsellino, assieme ai partiti minori) e Margherita (Ferdinando Latteri), adesso, l'Unione si spacca sul voto nella città dello Stretto non avendo trovato una soluzione unanime, dopo giorni e giorni di incontri e confronti a livello nazionale, regionale e locale. Va da sé che lo scontro all'interno della coalizione potrebbe pregiudicare anche l'andamento della campagna elettorale per il ballottaggio dell'11 e 12 dicembre, dove Francantonio Genovese (Unione) e Luigi Ragno (Cdl) si contenderanno la poltrona di primo cittadino. A chiedere, per la prima volta, il rinvio del voto odierno è stato lo stesso «tavolo» dell'Unione messinese, proprio per la concomitanza del ballottaggio con le amministrative. Richiesta accolta da Roma e, in particolare, sia dal segretario organizzativo della Margherita, Franco Marini, sia dal coordinatore della segreteria Ds, Maurizio Migliavacca. Ma il posticipo del voto è stato anche avallato dal «tavolo» regionale dell'Unione. Contrari sin da subito, invece, si sono dichiarati i partiti minori. Nelle ultime ore, l'atmosfera nel centrosinistra siciliano si è surriscaldata sempre più. Marcello Scurria, coordinatore del «tavolo» messinese dell'Unione: «A Messina si voterà il 4 dicembre». Pronta e puntuale la smentita della segreteria siciliana della Margherita e dei Ds: «Ci atteniamo alle decisioni del "tavolo" regionale». Cioè: rinviare il voto al 18 dicembre. A rendere le idee più chiare ci pensa il partito di Rutelli a Messina: «Impossibile far svolgere le primarie in città, mancano le condizioni di legalità e regolarità del voto». Siccome il caos è più che sovrano, a scanso di equivoci il Pdci siciliano mette l'ultima nota su questo confuso spartito: «Domenica (oggi, ndr) andiamo al voto anche se ci sarà un solo seggio: andrà bene, voteremo. Nessuno pensi per un attimo che l'Unione sia proprietà o ostaggio di qualcuno». La musica che in questi giorni anima il centrosinistra siciliano è per le orecchie dell'ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, già cacciato da Rutelli dalla direzione nazionale del partito: «Lo scatto di orgoglio dei cittadini e delle forze politiche messinesi - ha affermato Orlando - ha permesso di respingere l'ultimo attacco di chi, da mesi, sta tentando in ogni modo di rendere prima inutili e poi ridicole le primarie». In buona sostanza, secondo il parlamentare regionale della Margherita, «grazie alla determinazione dei militanti e degli elettori messinesi dell'Unione, quelle di domani (oggi, ndr) saranno ancor di più delle primarie libere e vere». Il verdetto delle primarie giungerà intorno alla mezzanotte di oggi. Non prima si potrà conoscere il candidato dell'Unione che sfiderà quello della Cdl, Salvatore Cuffaro, per la poltrona di governatore della Sicilia. I 496 seggi saranno aperti dalle 8 sino alle 22. Subito dopo inizierà lo spoglio. In lizza, com'è noto, due candidati: Ferdinando Latteri, rettore del'Università di Catania, ex Forza Italia, appoggiato dalla Margherita; Rita Borsellino sostenuta dai Ds e tutti i partiti minori del centrosinistra.