Quercia, torna a gridare l'ala anti-clericale
Attacchi al Santo Padre: da sinistra si chiedono unioni tra gay, aborto e maggiore laicità dello Stato
Quei diessini dell'ala più radicale e anticlericale son tornati a far sentire la loro voce a Firenze, dove le professioni di fede laicista di Gavino Angius e Cesare Salvi sono state accolte dagli applausi più calorosi. L'alleanza fassiniana con la Margherita di Francesco Rutelli suscita grande timore in chi vede dietro quest'asse con i cattolici Prodi-Rutelli un ammorbidimento dei rapporti con la Chiesa e una perdita di autonomia. E così la frangia più anticlericale dei Ds è scattata all'attacco di Ruini, contro l'ingerenza della Chiesa e del Papa nelle questioni politiche e sociali del paese. A parlare di laicità dello Stato, ieri è stato anche il leader del Correntone Fabio Mussi, che ha invitato la Chiesa a non intervenire nella competizione politica: «Vorrei un governo - ha detto Mussi - che difenda il principio della laicità dello Stato; e non vuol dire neutralità o nichilismo, ma è spazio comune di libertà, e la libertà religiosa è essenziale. La libertà della chiesa è essenziale - sottolinea Mussi - anche se c'è nel regime concordatario un limite: Ruini non può dare indicazioni di voto». Contro i cattolici si è poi schierata con ardore Barbara Pollastrini, affermando che «anche l'Italia ha i suoi tardi epigoni teocons e neocons: è aperta un'offensiva nei confronti delle libertà, che è iniziata contro le donne», aggiungendo poi che «i Pera, gli Storace si ritrovano con la neo Udc di Pier Ferdinando Casini in un attacco alla responsabilità e alla libertà delle donne e alla modernità; in un abbraccio con la parte più integralista delle autorità ecclesiastiche, da cui anelano legittimazione e ricevono aiuto, nella comune illusione di una piattaforma regressiva che, domani, potrebbe essere alla base di una rappresentanza della politica del centrodestra». La Pollastrini ha parlato poi di «un'escalation» ravvisabile nelle «mistificazioni sulla fecondazione assistita e sul divorzio breve, nell'attacco ai Pacs e alla RU486 e ora con il gravissimo attacco alla 194». A settembre sempre la Pollastrini aveva attaccato direttamente il cardinale Ruini sui Pacs: «Assegnare responsabilità e diritti ai milioni di coppie di fatto non significa, come è ovvio, mettere in discussione la famiglia. Al contrario significa assegnare regole, tutele e doveri per creare a tante persone condizioni di serenità e di sicurezza». Ma a dare il «la» tra gli applausi alla rivolta anticlericale fiorentina è stato Gavino Angius, che ha chiesto dal palco che «i Ds difendano la laicità dello Stato, un principio costituzionale assoluto, quindi irrinunciabile», e l'autonomia della politica rispetto alla Chiesa. Assistiamo oggi - ha continuato il capogruppo ds a Palazzo Madama - all'azione della Chiesa che tende ad entrare nella sfera pubblica su temi molto delicati, come famiglia, procreazione, e matrimonio». E tuttavia, ha rimarcato Angius, la politica «non rinunci alla sua autonomia di pensiero, di proposta e di progetto». Se anche Violante ha ribadito la posizione dei Ds sui Pacs, altre voci anticlericali si sono sollevate da questa kermesse della Quercia. Dopo Cesare Salvi e Lamberto Turci, Franco Grillini, il quale dopo aver criticato Ruini, nei giorni scorsi, ieri ha attaccato direttamente il Papa sulle unioni di fatto: «Al contrario di Joseph Ratzinger noi pensiamo che il Pacs rappresenti un contributo al rafforzamento delle famiglie perchè ne aumenta il numero, ne favorisce la tutela, la sicurezza e la stabilità». Grillini ha poi sottolineato come «l'esperienza degli ormai moltissimi Paesi che hanno leggi inclusive dei diritti di tutte le famiglie, quelle gay comprese, dimostra che non si è registrata alcuna conseguenza negativa. Non si capisce perché una legge dovrebbe "sfigurare" il matrimonio che nessuno vuole toccare».