L'INCONTRO

Ferme restando la priorità di tutelare i cattolici in Palestina e la necessità di trovare una soluzione il più possibile condivisa per Gerusalemme. Il primo incontro tra Benedetto XVI e il presidente dell'autorità palestinese Abu Mazen, conferma l'attenzione della politica estera vaticana, impegnata a cercare una via che porti la pace nei luoghi santi. Il presidente Abu Mazen ieri è arrivato con 5 minuti di ritardo rispetto all'orario previsto. Il «cordiale colloquio» è durato poco più di 20 minuti. Alla fine Abu Mazen, a colloquio con i giornalisti, ha detto che Benedetto XVI «per il ruolo e il peso simbolico che ha nella comunità internazionale, può svolgere un ruolo decisivo per la pace in tutto il mondo». Sul fronte vaticano si registra la dichiarazione ufficiale del portavoce Joaquin Navarro Valls: «Nel corso del cordiale colloquio si è passata in rassegna la situazione del Medio Oriente. In particolare, è stata sottolineata l'esigenza di integrare nel processo di pace tutte le componenti del popolo palestinese. Si è parlato anche delle difficoltà dei cattolici in Palestina». Ma l'incontro è stato anche l'occasione per un formale invito al Papa a visitare la Palestina, con un divertente fuori programma: il ministro del turismo palestinese, ha donato a Benedetto XVI un passaporto emesso dall'Anp e intestato genericamente a «Vatican City State», come invito particolare a visitare Betlemme. Anche se è prematuro parlare di date per il viaggio, la visita in Terra Santa è al momento altamente probabile, considerato anche l'analogo invito che il presidente di Israele, Moshe Katsav ha rivolto al Papa, meno di un mese fa.