Il Papa: «Attenti a non alterare la vita»
Il Pontefice: «I rapporti tra Stato e Chiesa devono mantenersi in un regime di legittima autonomia»
L'aborto come «male intrinseco» della società, un attentato perpetrato «alla vita umana dal suo inizio», il cui uso arbitrario «sugli altari del progresso della scienza» si converte in una minaccia per lo stesso essere umano «ridotto ad oggetto o mero strumento». E ancora: un «no» secco all'eliminazione degli embrioni usati arbitrariamente per il progresso della scienza che significa, tradotto concretamente, un «no» all'uso della pillola abortiva Ru486. E per finire, la puntualizzazione dell'autonomia da tenere tra Stato e Chiesa e dei criteri che devono ispirare l'impegno politico dei cattolici. Questi i punti chiave del discorso rivolto ieri mattina da Papa Benedetto XVI ai presidenti delle Commissioni Episcopali per la famiglia e per la vita dell'America Latina, a coloro, quindi, che nel continente sudamericano sono la voce ufficiale della Chiesa. Come consuetudine, Papa Ratzinger ha voluto usare di un incontro ufficiale con un settore delle alte gerarchie della Chiesa per entrare nel merito delle questioni di più scottante attualità. Lo scopo, evidente, è quello di spronare innanzitutto i vescovi e coloro che hanno responsabilità nella Chiesa a comunicare ciò in cui si crede senza paura. «Tutti gli uomini di buona volontà» - ha infatti detto ieri il Papa - devono impegnarsi per salvare «i valori e le necessità» delle famiglie, della vita. Non è un caso che i destinatari del duro e deciso discorso di ieri siano stati i vescovi dell'America Latina. Lì, infatti, la vita e tutto ciò che con essa è correlato - famiglia, matrimonio, aborto - è oggi minacciata dal «fenomeno della secolarizzazione», fenomeno nuovo per il continente sudamericano. Gli ultimi avvenimenti che stanno capitando in Brasile sono esempi che certamente il Papa aveva in mente nel discorso di ieri. Il governo brasiliano di Lula, infatti, sta per approvare, tra le polemiche dei cattolici, una legge che legalizza l'aborto. Per finire, il tema dei rapporti tra Stato e Chiesa che, per il Papa, devono mantenersi in un regime di «legittima autonomia». I laici, ha detto il Papa, devono avere un autonomia di azione in politica ma ciò deve partire dalla considerazione che «uno dei principali scopi dell'attività del laicato è il rinnovamento morale della società, che non può essere superficiale, parziale ed immediato». Un rinnovamento, quello proposto dal Papa, che «dovrebbe caratterizzarsi per una profonda trasformazione nell'ethos degli uomini, cioè per l'accettazione di un'opportuna gerarchia dei valori, secondo la quale si formino gli atteggiamenti. Compito specifico del laicato è la partecipazione alla vita pubblica e a quella politica».