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Fini: «Nessuna lista con il mio nome»

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Il leader di An ribadisce che «chi prende più voti dovrà guidare il governo»

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E per un Casini che rivendica ai centristi il ruolo di «punto nodale della politica italiana», c'è un Fini che smentisce seccamente l'esistenza di una lista con il suo nome alternativa a quella con il simbolo di An. Vi sarà sempre la possibilità - ha detto - che il partito decida di affiancare il nome di Fini a quello di An «ma in un unico simbolo per riconoscere il ruolo della destra nella Cdl». Ma mentre smentisce l'ipotesi di una lista con il suo nome, intanto benedice il proliferare in tutta Italia dei comitati «Per Fini premier», per gli organizzatori «assolutamente spontanei». A Palermo è stata lanciata la candidatura di Fini a premier dal coordinatore del partito in Sicilia, Domenico Nania, dal deputato, Nino Lo Presti, dal capogruppo di An all'Assemblea regionale siciliana, Santi Formica e dai presidenti di un nutrito gruppo di associazioni. «Alle prossime elezioni politiche nazionali - ha detto Nania - gli elettori non sceglieranno soltanto chi dei due poli dovrà governare il Paese per i prossimi cinque anni, ma anche chi, tra i leader di questo schieramento politico, dovrà ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio dei ministri». «Nella Cdl - ha sottolineato Nania - corrono tre candidati alla guida del governo con un obiettivo comune: vincere le elezioni nazionali e governare il Paese per altri cinque anni». Il leader di Alleanza Nazionale parte dall'assunto che «il capocannoniere è chi fa più gol, quindi chi prende più voti ha il diritto-dovere di guidare il governo». «Una squadra a tre punte segna più gol - ragiona Fini - ma l'importante è fare gioco di squadra, competere con lealtà e con un programma unitario». Il vicepremier si è detto ottimista sulal possibilità che il centrodestra posa vincere le elezioni «ma ovviamente deve essere unito e dobbiamo rivendicare i meriti del nostro Governo e denunciare le tante contraddizioni del centrosinistra». Quanto alla strategia elettorale Fini sostiene che «i vari partiti del centrodestra, in una logica proporzionale, devono competere tra di loro ma sempre con lealtà e con un programma unitario». Insoma vale la regola che occorre fare squadra ma ognuno deve prendere più voti possibile senza pestare i piedi agli alleati. Il che significa che alla fine si deciderà il premier contando i voti.

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