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Fassino contro De Benedetti «Tanto non ci divideremo»

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Ma ieri, ad ascoltare l'intervento conclusivo di Fassino alla convention della Quercia a Firenze, il dubbio è che fossero proprio i diessini a voler esser rassicurati sul fatto che il partito non si lacera in scelte contrastanti. Il segretario, quasi alla fine del suo intervento - un'ora sul palco interrotto più volte dagli applausi - lancia infatti il suo slogan alla platea: «Nessuno si illuda, non ci divideremo e nessuno ci separerà. Proprio perché noi siamo uomini e donne liberi la nostra unità è più solida perché è fondata sulla solidarietà e sulla responsabilità, cosa che ci rende compagni in ogni evenienza». Nel suo discorso il segretario dei Ds tocca tutti i temi che stanno più a cuore alla Quercia, dal nuovo partito riformista - che però ancora molti vedono come il fumo negli occhi e lo dicono chiaramente dal palco, come ieri ha fatto Cesare Salvi - all'abolizione della legge 30 e alla rivendicazione di essere «la principale forza del centrosinistra, la più unitaria e quella che più ha lavorato per l'unità». Ma in tutti i discorsi aleggia sempre la figura di Berlusconi, il nemico da battere per la sinistra, il premier accusato di aver portato l'Italia al declino. «Cinque anni fa - attacca Fassino - Berlusconi vinse perché fece passare il messaggio che con lui ci sarebbero state più possibilità di crescita, più ricchezza per il Paese. E non è stato un messaggio sciocco. Cinque anni dopo però l'Italia si è resa conto che invece quello è stato il messaggio della delusione. Quel progetto è fallito sul piano internazionale e sul piano economico, quello che Berlusconi ci ha lasciato è un Paese lacerato». «Ci hanno accusato di non avere un sogno - prosegue Fassino - È vero, perché noi abbiamo invece davanti una sfida, vogliamo rimettere in moto l'Italia». E a Berlusconi che parla di una Cdl con un attacco a tre punte replica che «paradossalmente questo significa che una punta sola, cioè lui, non basta più. E quando dice che noi governiamo la maggior parte delle Regioni, la maggior parte delle Province, cinquemila Comuni su ottomila, noi gli rispondiamo che è così perché è stata la gente a votarci. Perché siamo noi, il centrosinistra, gli interlocutori della società italiana». Fassino rilancia anche il tema del partito democratico: «Le idee le abbiamo, per dare corpo al nostro programma abbiamo bisogno di un progetto politico certo. Ma è un progetto possibile, lo dimostra anche la conferenza della Margherita di domenica scorsa. Lì abbiamo trovato riflessioni analoghe alle nostre». Si commuove ancora un po' Fassino quando chiude il suo intervento e chiama accanto a sè Massimo D'Alema. E dalla platea sale un applauso lungo, che finisce scandendo le note e le parole della canzone di Rino Gaetano «Ma il cielo è sempre più blu». Pa. Zap.

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