La spesa sociale divisa in tre
Per l'anno 2003, questo ha significato 4 miliardi e 419 milioni di euro destinati alla spesa sociale di tipo per così dire «tradizionale». Il resto, cioè poco più 840 milioni di euro, è andato a finanziare gli altri capitoli (disagio adulti, immigrati, dipendenze e multiutenze). Sono i dati che si ricavano dalla fotografia, la prima nel suo genere, scattata dall'Istat che ha condotto un'indagine censuaria sugli interventi e sui servizi sociali dei Comuni singoli e associati, riferita all'anno 2003. L'indagine è stata condotta in collaborazione con più enti del governo centrale e locale. Le informazioni raccolte sono articolate in sette aree di utenza dei servizi: famiglia e minori, disabili, dipendenze, anziani, immigrati, disagio adulti, multiutenza. Le differenze di spesa per macro-aree sono sensibili: i Comuni del Nord spendono per servizi sociali oltre 3 miliardi di euro; il Centro oltre 1 miliardo e 100 milioni; Sud e Isole poco più di 1 miliardo. La spesa pro-capite nazionale è di circa 91 euro, ed è mediamente più alta nelle regioni del Nord: in particolare il valore più alto è nel Nord-est (più di 142 euro) e tocca il minimo al Sud con quasi 39 euro. Fra i valori di spesa pro-capite più alti figurano i comuni della provincia di Bolzano, con oltre 417 euro: e Bolzano registra anche, su base regionale, la completa associazione dei Comuni. La spesa pro-capite più bassa è della Calabria (quasi 27 euro) mentre l'Abruzzo, con 53 euro pro-capite registra la spesa pro-capite più alta fra le regioni del Sud. Fra i dati rilevati dall'Istat, di particolare significato è quello riferito alla copertura territoriale di alcuni servizi. È il caso degli asili nido: misurato rispetto al numero dei bambini presenti nel territorio, la copertura di questo servizio è significativamente bassa nel Sud (42%, cioè soltanto 42 bambini su 100 vivono in un Comune dove è presente il nido) e nelle Isole (48%), per raggiungere il valore più alto nel Centro, con l'80%.