Il Sunia avverte
È quanto sottolinea Luigi Pallotta, segretario del Sunia, commentando l'emendamento alla Finanziaria di Forza Italia che si ispira al piano casa di Renato Brunetta. Ma lo stesso consigliere economico di Palazzo Chigi esclude questo esito: «escluderemo questa possibilità nel decreto attuativo». «C'è il rischio che gli inquilini siano sfrattati» ha detto Pallotta a proposito dell'emendamento, il cui primo firmatario è Guido Crosetto. Il testo dell'emendamento prevede che entro sei mesi il governo emani un decreto che semplifichi le norme di alienazione deli immobili di proprietà degli Iacp». Il decreto viene emanato «previo accordo tra Governo e Regioni», predisposto in sede di Conferenza Stato Regioni. Il decreto stabilisce poi che «il prezzo di vendita delle unità immobiliari sia determinato in proporzione al canone» che l'affittuario già paga. Inoltre viene riconosciuto il «diritto all'esercizio del diritto di opzione all'acquisto per l'assegnatario o, in caso di sua rinuncia, nell'ordine per il coniuge, il convivente more-uxorio, i figli conviventi e i figli non conviventi. Ma il testo non dice nulla sul caso in cui l'inquilino non voglia o non possa acquistare l'appartamento». «Questo emendamento - dice preoccupato Pallotta - elimina le tutele per i redditi bassi che la legge attuale prevede. La legge 560 del 1993 (sulla vendita delle case Iacp ndr) dà il diritto di rimanere in casa se uno non vuole comprare l appartamento, almeno in determinate circostanze». In effetti la legge cui fa riferimento Pallotta prevede che se l'affittuario non vuole comprare l'appartamento, può rimanere in affitto nella casa Iacp se ha un reddito molto basso, stabilito dal Cipe, o se è ultrasessantacinquenne o disabile.