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Niente aumenti per il canone Rai

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La notizia non è certo di quelle che fanno sobbalzare i contribuenti sulla sedia; da tempo infatti il ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi aveva espresso la propria intenzione di lasciare invariata la quota che i cittadini pagano ogni anno alla tv di Stato, ma ieri è arrivata l'ufficialità. A dare per primo la notizia è stato il presidente della Rai Claudio Petruccioli che ieri mattina, davanti alla commissione di Vigilanza, ha annunciato che il ministro aveva firmato il decreto sull'ammontare del canone. Interrogato poi su eventuali aumenti, ha risposto: «È facile dedurre che sia rimasto immutato, visto quanto ha comunicato». Immediato il commento del presidente della Vigilanza Paolo Gentiloni. «Non vorrei che si trattasse di un eccesso di zelo. Avrei considerato normale - ha aggiunto Gentiloni - una maggiore attenzione al percorso in atto di separazione contabile. E comunque non mi è chiaro perché da due anni si esclude l'adeguamento del canone al tasso di inflazione programmata». Nel pomeriggio il ministro Landolfi ha messo la parola fine alla vicenda. Da Bruxelles, dove si trovava per partecipare al consiglio Ue delle telecomunicazioni, il ministro ha confermato di aver «firmato il decreto che lascia invariato il canone». «Non c'è nessun aumento - ha dichiarato Landolfi - così come avevo già riferito in sede parlamentare di vigilanza». Sul provvedimento si sono subito registrate reazioni discordi. Il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, ha sottolineato che «si impegnerà e farà tutto il possibile perché sia riconosciuto alla Rai l'aumento del canone di abbonamento». Mentre il direttore di Rai Fiction, Agostino Saccà, ha ricordato come: «L'azienda abbia risorse di cultura che sono un bene per questo Paese, guai se le smarrisce. E per la seconda volta ci viene negato l'aumento del canone». Di parere opposto il senatore Michele Bonatesta, componente della direzione nazionale di An e membro della commissione di Vigilanza: «La decisione del ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi, di non aumentare il canone della Rai è cosa buona e giusta: gli italiani gliene saranno grati». «Per "questo" servizio pubblico radiotelevisivo, per la qualità che offre (si pensi a programmi come L'isola dei famosi), - ha affermato Bonatesta - il canone non solo non va aumentato, ma diminuito, in ipotesi addirittura eliminato, perché? quello che si paga è comunque troppo». Intanto il Tar del Lazio ha annullato la multa, pari al 2% del fatturato nell'anno 2003 comminata a Rai e Mediaset dall'Autorità per le Comunicazioni per abuso di posizione dominante nella pubblicità televisiva. Si attendono ora le motivazioni della sentenza, ma secondo le prime indicrezioni la causa sarebbe un vizio di procedura commesso dalla precedente Autorità. «Sarà una casualità - è stato il commento del diessino Giulietti -, ma ogni volta che in Italia si affronta il problema delle posizioni dominanti o delle sanzioni a carico del duopolio, c'è sempre un vizio di forma che riesce a bloccare tutto e tutti».

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