Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il Cav: «Sui clandestini intervenga la Ue»

default_image

  • a
  • a
  • a

È questa la posizione espressa da Berlusconi al vertice italo-spagnolo con Zapatero a Villa Madama che ha avuto al centro dei colloqui anche la questione migratoria. «Abbiamo deciso di lavorare in profondità sui Paesi che si trovano in condizioni di miseria -ha sottolineato il premier- affinchè vadano verso forme democratiche perchè solo con la democrazia ci può essere libertà e solo con la libertà ci può essere benessere». Nei trattati che la Ue sottoscriverà con i Paesi rivieraschi mediterranei, assicura il Cavaliere, «ci deve essere un accordo perchè si responsabilizzino e affinchè i singoli Paesi riammettano gli immigrati clandestini». Il premier spagnolo ha proposto contro l'immigrazione clandestina una «Schengen del mare» tra Italia, Francia e Spagna. il premier spagnolo ha sottolineato la necessità di mettere a punto strumenti attraverso i quali «"perseguire il traffico via mare di persone e droga» e ha auspicato un accordo in tal senso: «Speriamo possa essere firmato a gennaio a Madrid dai ministri degli Interni» dei tre Paesi, fra quelli che soffrono maggiormente per la pressione migratoria dei Paesi africani. Poi sia Berlusconi che Zapatero si sono detti d'accordo che non ci sono prove di azioni illegali della Cia in territorio italiano e spagnolo. Divergenze evidenti restano però tra i due premier in tema di Iraq. Sulla presenza delle truppe italiane, Berlusconi è tornato infatti a ribadire che «è importante che la comunità internazionale resti per consentire il mantenimento dell'ordine pubblico finché possa tornare uno Stato democratico. L'Italia non ha partecipato a un'operazione militare - ha sottolineato Berlusconi - ma siamo intervenuti con una missione di pace». Berlusconi ha comunque confermato un ritiro graduale dei nostri soldati. «Resteremo in Iraq - ha ribadito il Cavaliere - anche se prevediamo un progressivo ritiro dei nostri contingenti che è già cominciato, in accordo con il governo iracheno e con gli alleati. Noi riteniamo però che ritirare le truppe oggi, immediatamente, significherebbe consegnare quel Paese in una situazione di caos». Il ministro della Difesa Martino tra qualche settimana presenterà in Parlamento dele date precise.

Dai blog