Messina, la Cdl non sfonda E cerca intese con le «civiche»
Le parole di Raffaele Lombardo che alle Comunali di Messina ha paralizzato la Cdl nelle sabbie mobili del ballottaggio, risuonano come un avvertimento a via dell'Umiltà come a via della Scrofa. Forza Italia e Alleanza Nazionale sono avvisati: alle politiche e alle regionali dovranno considerare la forza delle Liste autonomiste e venire a patti. E Lombardo ha messo subito in chiaro che non si accontenterà di qualche seggio in consiglio comunale ma vuole che Roma la smetta di considerare la Sicilia solo come serbatoio di voti ma dirotti oltre lo Stretto un bel po' di fondi. Lombardo non si è ancora configurato come un problema per Berlusconi anche se lo stop che ha impedito la vittoria al primo turno della Casa delle Libertà comincia a pungere. A via dell'Umiltà fanno capire che nella strategia di allargamento della coalizione da Alessandra Mussolini a Rauti bisogna coinvolgere anche le Liste Autonomiste. L'obiettivo è aggregarle prima che prendano forza tale da dettare le condizioni. Ma Lombardo i suoi diktat è già pronto a darli se comincia a parlare di un terzo polo e della Sicilia come laboratorio per la creazione di un'alternativa all'Unione e alla Cdl. E anche l'ex di An Nello Musumeci, sempre della Lista Autonomista, ha dato uno schiaffo a An succhiando voti. Lombardo non fa mistero di strizzare l'occhio all'Udeur e all'Udc. La mobilitazione in suo favore cresce, gli aderenti si moltiplicano. Da tempo si sono schierati al suo fianco gli ex Udc siciliani. Davvero tanti nell'Isola: nove parlamentari, una cinquantina di sindaci, un migliaio di consiglieri comunali e 300-400 amministratori. Numeri da partito vero. Che in provincia, dove tutto è cominciato, sta assumendo proporzioni considerevoli: venti sindaci, trecento consiglieri e un centinaio di assessori nei 58 comuni del Catanese. Oltre lo Stretto il Movimento per l'autonomia conta già un deputato nazionale, il barese Luciano Sardelli, quattro deputati regionali e una trentina di sindaci. La settimana scorsa Lombardo ha fatto un giro per le città del Sud. È stato a Bari per inaugurare la sede regionale insieme con Sardelli, poi a Turturano nel Brindisino per partecipare a una manifestazione sul Mezzogiorno e quindi a Lecce per un incontro: «Costruiamo insieme il Sud che vogliamo». Poi si è recato in Calabria per incontrare altri aderenti e parlare di politica, economia e infrastrutture. Un'idea di sviluppo per il Meridione che è legata a un progetto di governo realizzato da moderati, società civile e professionisti. Uno schema che ricalca il modello vincente proposto alle elezioni comunali di Catania: liste civiche autonomiste e interessi organizzati. Un teorema che, dopo Messina, Lombardo vuole riproporre a livello nazionale.