La chiesa di papa Benedetto
Compete alla Chiesa discernere l'idoneità' di colui che desidera entrare in Seminario, accompagnarlo durante gli anni della formazione e chiamarlo agli Ordini sacri, se sia giudicato in possesso delle qualità richieste". Le frasi sono incastonate nella più breve delle "Istruzioni" degli ultimi anni pubblicate dalla Santa Sede, ma tocca un nervo scoperto e doloroso: quello del fenomeno dei preti pedofili. "Circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al seminario e agli Ordini sacri" recita il lungo sottotitolo dell'Istruzione. Nove pagine, appena, con in calce l'approvazione, in data 31 agosto 2005, di Papa Benedetto XVI. Il documento rappresenta un autentico giro di vite che non ammette dissensi, non lascia spiragli al dubbio, barrica la Chiesa cattolica in una fortezza apparentemente invincibile. Un esito netto di un percorso drammatico e tormentato e che si inscrive nella denuncia di quel relativismo morale che ha corrotto i comportamenti individuali e obnubilato il senso del peccato, in quel clima di erotismo spinto che ha deviato le menti giovanili. "Forse la coscienza sta perdendo la facoltà di distinguere il bene dal male?" si era chiesto papa Wojtyla a Denver e in Lombardia aveva denunciato il rifiuto programmatico di Dio da parte dell'uomo: "E' in atto una grande sfida - lamentò Giovanni Paolo II - perché si pensa ad un mondo senza Dio, a una storia senza Cristo, a una società senza Chiesa". "La gente deve sapere - affermò Papa Wojtyla nel 2002 in una delle riunioni più penose della sua parabola pontificale, quella con 11 cardinali statunitensi- che nel sacerdozio e nella vita religiosa non c'e' posto per chi potrebbe fare del male ai giovani. L'abuso sessuale di minori è giustamente considerato un crimine dalla società ed è un terribile peccato agli occhi di Dio, specialmente quando è perpetrato da sacerdoti e da religiosi". Qualche mese dopo il vertice nei palazzi apostolici i vescovi americani optarono per la "tolleranza zero". L' "Istruzione" di ieri dà corpo e vigore di disciplina eclesiastica a tale direttiva, estendendola ai seminari del pianeta. La Chiesa ratzingeriana non vuole trovarsi spiazzata sul fronte interno della morale sessuale quando è impegnata a combattere sul fronte dei diritti inviolabili della persona e della sua inviolabile dignità. Il ragionamento che accompagna l'Istruzione procede a staffilate. Riceve validamente la sacra Ordinazione esclusivamente il battezzato di sesso maschile. Il candidato al ministero deve raggiungere la maturità affettiva che lo renderà capace di "porsi in una corretta relazione con uomini e donne, sviluppando in lui un vero senso della paternità spirituale nei confronti della comunità ecclesiale che gli sarà affidata" . Gli atti omosessuali sono "peccati gravi" afferma il Catechismo, per le tendenze omosessuali "profondamente radicate" si deve invece evitare "ogni marchio di ingiusta discriminazione". Comunque sia, anche per chi ha "solo tendenze omosessuali" la via del sacerdozio è definitivamente preclusa. "Quanta sporcizia c'è nella Chiesa. Quanta superbia ed autosufficienza. E anche nel tuo campo, Signore, vediamo più zizzania che grano". Lo aveva denunciato il cardinale Joseph Ratzinger, scrivendo le meditazioni alle quattordici stazioni alla Via Crucis al Colosseo. Ora ha cominciato a fare pulizia.