APPROVATA LA LEGGE
Con l'ex Cirielli in galera 80mila persone. Firmato Cgil
000persone. La previsione sui drammatici effetti della legge sulla recidiva è della Cgil-Fp, che ritiene ora «doveroso» varare un provvedimento di amnistia. Dopo aver sparato a zero contro la ex Cirielli, dicendo che la legge avrebbe messo in libertà numerosi delinquenti, ecco che la sinistra cambia opinione e ora dice che le carceri si affolleranno. «Il sistema carcerario non potrà reggere all'impatto ex Cirielli e - afferma Fabrizio Rossetti, responsabile nazionale Fp-Cgil settore penitenziario - nessuno può minimamente ipotizzare a quali pericolosissime conseguenze saranno sottoposte le nostre carceri, le tantissime donne e uomini che nel carcere vivono o nel carcere lavorano». «Sarà difficile per la stessa Polizia penitenziaria governare l'applicazione di questa legge che interviene barbaramente sia sulle condizioni materiali di vita dei reclusi e degli operatori sia sulla loro percezione di quel senso universale di giustizia ormai definitivamente sottratto ai luoghi di detenzione». Per il sindacato, «gli scandalosi 19 euro di spese pro-capite che lo Stato spende oggi per garantire quei servizi diretti alle persone detenute (assistenza sanitaria, istruzione, lavoro, attività trattamentali) diminuiranno ancora, mentre aumenteranno i letti a castello e le situazioni di insostenibile, indecente, incivile promiscuità». Intanto ieri la ex Cirielli ha passato l'esame del Senato con 145 sì, 104 no e un astenuto. Ma non senza suspance visto che in mattinata il numero legale manca per sei volte. Di senso opposto ala Cgil sono le critiche della sinistra. Il capogruppo dei Ds Gavino Angius, parla di «ennesima legge vergogna». È vero che dal testo è stata cancellata la norma cosiddetta salva-Previti: la previsione che consentiva l'applicazione dell'ex Cirielli anche ai processi in corso, ma all'opposizione la proposta di legge non piace lo stesso. Massimo D'Alema in mattinata la boccia perchè «inutile», per poi ironizzare: «Non si capisce proprio la necessità di questo provvedimento, tanto più senza salva-Previti. Era stata pensata con uno scopo e ora non ha neppure più quello scopo». Ma «il primo che la dichiarerà incostituzionale - sostiene il senatore della Margherita Roberto Manzione - sarà proprio Previti. In pratica, quello che non gli è stato dato subito, lo otterrà dopo, quando avrà la sospensione del processo in Cassazione».