Colombo: «È successo così anche alla Coca Cola»
A fine anni '80, gli anziani della gloriosa fabbrica volevano voltare pagina e trasformare simbolo e grafia in qualcosa di più nuovo e moderno. Studiarono a lungo per realizzare il cambiamento, ma negli anni '90 la nuova classe dirigente cancellò subito ogni novità riesumando la vecchia bottiglietta e il marchio originale... Ecco, lo stesso conflitto generazionale sta movimentando un po' il vertice dei Comunisti Italiani. È una storia che si ripete». Furio Colombo, ex direttore dell'Unità, americano d'adozione, scova un paragone inedito per affrontare il tema del «processo» di oggi al comunista Cossutta. Non le sembra quanto meno anacronistico che Cossutta venga processato dal suo partito perché vuole cancellare falce e martello? «Le confermo che si tratta di una storia che si ripete. È successo anche alla Disney per la figura di Topolino e alla Fiat, per il nuovo logo. Sono sempre i più giovani a voler restare ancorati alla tradizione perché questa è segnale di una maggiore identità. Non è che Rizzo e Diliberto siano più comunisti di Cossutta. È solo un problema di identificazione». Però lo processano a porte chiuse, manco fosse un traditore. «Guardi, io credo, anzi faccio proprio un pronostico, si risolverà tutto nel nulla. Non nel senso che la discussione sia stata da nulla, ma si tratta di un confronto tra persone che fanno politica su un dettaglio simbolico... Insomma, siamo in altri tempi, nel 2006 e verso altre elezioni. Va bene che si tratta di un simbolo glorioso, ma la domanda che questi signori si faranno oggi è: come facciamo a presentarci alle elezioni nel modo migliore?». Quindi lei non crede ch si siano veramente irritati? «C'è tanta ragionevolezza nel centrosinistra, nonostante tutto. E nonostante il centrodestra cerchi di spostare l'attenzione dagli scontri interni alla Cdl puntando l'obiettivo su quello che dice Marco Rizzo su Cossutta.... Andiamo, si tratta di un argomento che interessa poco loro stessi e pochissimo tutti gli altri della coalizione. Figurarsi il resto degli italiani. Ma l'ordine è: meglio parlare del simbolo dei Comunisti, che di Casini». Insomma, a lei non interessa come andrà a finire: se vinceranno i vetero comunisti o il rinnovatore Cossutta? «Non provo grande passione verso questo tema, è vero. Non mi fa vibrare molto. Anzi, sono persuaso che entro stasera sarà tutto finito e domani non se ne parlerà più. Prevedo inoltre un'intesa interna al Pdci, tra giovani e vecchi, per essere meglio capiti dagli elettori. Prevarrà il buon senso, ne sono sicuro».