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Il presidente del Senato si è scagliato contro le posizioni della Prestigiacomo

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«Il tema che mi è stato assegnato per questo incontro - "I nostri valori, le nostre ragioni" - riguarda la nostra identità - ha detto Pera parlando a Catania -. Questo tema ha due aspetti: politico-programmatico e politico-culturale. Il secondo aspetto sorregge il primo, perché senza cultura politica aggiornata non c'è azione politica adeguata». E ha aggiunto: «Perciò comincio da qui, sia perché ancora adesso si sente ripetere che la destra in Italia è priva di cultura politica, sia perché talvolta mi par di capire che anche in Forza Italia qualcuno ci creda davvero e perciò, per dimostrarsi invece preparato e avanzato e colto e aperto e moderno, si mette piuttosto a scimmiottare i suoi avversari». Quindi la seconda carica dello Stato ha insistito su questo punto: «Per me questo è un atteggiamento sbagliato e l'accusa di mancanza di cultura politica non corrisponde alla realtà, anche se è vero che sul terreno dei valori, dei princìpi, dell'identità, occorre più impegno. In particolare, occorre che il comune sentire - perché abbiamo uno spontaneo comune sentire - trovi voci e occasioni e sedi per manifestarsi e rendersi più esplicito». Nel mirino sono finite le recenti prese di posizione della ministra forzista: dal sì alla fecondazione assistita alla battaglia per le quote rosa che sembrano intrise di sinistrismo. Di qui Pera è passato proprio al tema dell'identità: occorre, ha detto, «non dimenticare la nostra tradizione giudaico-cristiana», e segnalare i rischi «del malinteso senso della tolleranza» che fa perdere di vista il «pericolo del fondamentalismo islamico» che tenta una «"reconquista" al contrario». Pera ha ricordato che «il multiculturalismo non ci ha salvato neppure dalla nascita di terroristi di seconda generazione», come è avvenuto in Gran Bretagna. «Questa politica ha inteso integrare rispettando le comunità e consentendo che tutte vivessero secondo i loro costumi e stili di vita senza interferenze dello Stato. Il risultato sono stati tensioni sociali, ghetti, scuole in cui si educano i ragazzi ad una cultura diversa e spesso ostile a quella del Paese ospitante». Stessa cosa, rileva il presidente del Senato, ha prodotto il «laicismo nazionalista in Francia». «Tutte queste politiche - ha sostenuto Pera - sono sbagliate per un malinteso senso della tolleranza, che sembra un bel parlare e invece è una trappola. La tolleranza è una virtù debole, passiva. La si confonde con l'indifferenza, la sopportazione, l'accondiscendenza».

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