Fumata nera al vertice con gli enti locali sul Fondo sociale

Il provvedimento contiene la manovra bis correttiva dei conti pubblici del 2005 pari a 2,68 miliardi, nuove entrate fiscali per il 2006 per 4,6 miliardi. Tra le altre misure figurano la riforma dell'Anas e l'esenzione dell'Ici per le confessioni religiose. Ma mentre il decreto fiscale passava alla Camera, si arrivava alla rottura tra gli enti locali e il governo sul Fondo per le politiche sociali. Lo scontro è arrivato al culmine nel corso del vertice tra i presidenti delle Regioni, i rappresentanti di Anci, Upi e Uncem, il sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas, il ministro degli Affari regionali Enrico La Loggia e il sottosegretario agli Interni Antonio D'Alì. A determinare la rottura è l'intenzione del governo di dimezzare il Fondo sociale per il 2005 e anche per il 2006 che significa un taglio di un miliardo di euro. Il sottosegretario Vegas ha fatto intendere che comunque i rubinetti non vengono chiusi perchè il Fondo famiglia è in qualche modo un capitolo della spesa sociale. Ma questo argomento non convince. In risposta, Regioni e enti locali hanno deciso di fare ostruzionismo, ovvero di partecipare alle conferenze Stato-Regioni solo per argomenti che riterranno indispensabili. «Si tratta di tagli pesantissimi che coinvolgeranno la vita delle persone» ha detto il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani. Ma il ministro Enrico La Loggia ha smorzato la polemica. «I rapporti tra governo e Regioni sono corretti. Ci sono stati i primi approfondimenti, si continuerà a parlare nei prossimi giorni». Intanto salta l'inserimento in Finanziaria della riforma sul risparmio, come chiedeva Forza Italia. L'emendamento presentato dal responsabile credito degli azzurri, Guido Crosetto, è stato bocciato dagli uffici della Camera, che lo ritengono inammissibile perchè contiene delle deleghe, cosa questa vietata dalla legge che regola la Finanziaria. Forza Italia ha comunque chiesto l'approvazione del ddl risparmio entro quest'anno. Ma sono in arrivo altre novità per la Manovra. Per fare il punto sugli emendamenti è stata convocata per martedì prossimo una riunione di maggioranza. Tra i temi sul tappeto c'è l'estensione del bonus bebè, al momento previsto per tutti i nati del 2005. L'intenzione della maggioranza è far arrivare i 1.000 euro a tutti i genitori che hanno avuto i figli nel 2005 prima delle elezioni di aprile. Quindi bisogna trovare una procedura rapida. Il problema nasce dall'idea del tetto di reddito (intorno ai 50.000 euro) per ottenere il bonus: l'accertamento dei redditi potrebbe creare ritardi e far slittare l'invio dell'assegno a dopo le elezioni. Forza Italia ha avanzato l'ipotesi di un'autocertificazione per evitare, ha spiegato il vicepresidente del gruppo di FI Antonio Leone, lungaggini burocratiche che vanificherebbe questo beneficio». Sempre gli «azzurri» riproporranno anche alla Camera il condono previdenziale agricolo e procedure più veloci per la nascita della Banca del Sud. Il responsabile Mezzogiorno, Gianfranco Blasi, ha spiegato che si sta studiando un meccanismo che garantisca le cartolarizzazioni dei crediti effettuati nella scorsa legislatura: in pratica «un sistema per cui i crediti torneranno in capo all'Inps». Oggi scadono in commissione Bilancio i termini per presentare gli emendamenti alla Finanziaria e già si vedrà quali sono le proposte in merito. L'inizio delle votazioni è previsto mercoledì.