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La legge sul risparmio finisce nella Finanziaria

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La richiesta di Forza Italia a Tremonti. Il ministro però avverte: ok, ma senza aggravi di spesa

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La richiesta è stata presentata dai responsabili economici del partito, Luigi Casero e Guido Crosetto e dal vicecapogruppo alla Camera Antonio Leone, al ministro dell'Economia Giulio Tremonti al termine di una giornata segnata da una serie di incontri nella maggioranza e in mattinata dalla decisione di porre la fiducia sul decreto legge fiscale. Se oggi l'Aula di Montecitorio voterà la fiducia il decreto sarà legge. La procedura non è piaciuta all'opposizione che, per rimarcare la protesta contro l'ennesimo ricorso alla fiducia, ha deciso di astenersi fino a oggi dai lavori di commissione. La discussione generale della commissione Bilancio sulla Finanziaria, dunque, non è ancora stata chiusa e il termine per la presentazione degli emendamenti è slittato a venerdì 25 novembre alle 11. In serata i responsabili economici di FI hanno incontrato Tremonti. L'obiettivo di FI è di recuperare a fine legislatura quei provvedimenti che sono rimasti incagliati nell'iter parlamentare e che quindi andrebbero ripescati e inseriti nella Manovra per assicurare una rapida approvazione. I deputati di FI hanno annunciato a Tremonti che intendono presentare emendamenti per accelerare la costituzione della Banca del Sud, per ripresentare il decreto sui trasporti ritiraro per l'ostruzionismo della sinistra, sul 5 per mille e sul condono dela previdenza dei lavoratori agricoli. Per questo tema, ha spiegato Leone, si potrebbe studiare una forma di cartolarizzazione. Tremonti ha già detto di essere contrario a qualsiasi forma di sanatoria. Il ministro ha messo in chiaro durante l'incontro con i deputati di FI e nel corso del vertice di maggioranza che l'ha preceduto, che i saldi della Finanziaria devono restare invariati e l'impianto «del rigore deve restare invariato». Il relatore alla Manovra, Daniela Santanchè, ha confermato che «una sfida sarà il contenimento della spesa» e per questo saranno studiati meccanismi di controllo più stringenti. È quallo che ha chiesto anche Bruxelles nel documento sulle previsioni per i conti pubblici italiani inviato a Tremonti.Una delle principali questioni sul tappeto riguarda il taglio di spesa per gli enti locali che, dopo la sentenza della Corte Costituzionale sull'illegittimità dei tagli stabiliti nel 2004, dovrà subire una variazione. Tremonti, secondo indiscrezioni, avrebbe mostrato disponibilità a riconsiderare la norma ma a parità di saldi. Considerata la ristrettezza dei margini, l'ambito in cui pescare sembra limitato al fondo per le famiglie. Un'ipotesi contro la quale è insorto il ministro per i Beni culturali Rocco Buttiglione. «Non è una buona idea quella di recuperare risorse per gli enti pubblici tagliando gli investimenti a favore della famiglia, perchè di un investimento si tratta e non di una elemosina», ha detto in una nota. Sul fondo, dunque, le ipotesi sono ancora aperte. Ieri Tremonti ha dovuto anche far fronte alle polemiche dei deputati azurri che si sono lamentati sulla scelta dei relatori dei documenti di bilancio, tutti e quattro di An e dell'Udc. Nel pomeriggio al termine della seduta dell'Aula di Montecitorio, la Commissione Bilancio è stata convocata ma subito sconvocata e non solo per la protesta dell'Unione contro la decisione del governo di ricorrere alla fiducia, ma anche dei parlamentari di FI. Non è stata digerita la decisione del presidente Giorgetti di scegliere per il decreto fiscale un relatore di An e uno dell'Udc, per la Finanziaria la Santanchè di An e per il ddl bilancio ancora un deputato del'Udc. Quindi nessun rappresentante azzurro. L.D.P.

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