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«Io militante di Kyoto dico no al nucleare»

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Così il leader dell'Unione, Romano Prodi, sulla politica energetica e ambientale del centrosinistra. L'occasione, una tavola rotonda con Legambiente, la Margherita, Enel e Assoelettrica dal titolo «Kyoto chiama Italia». «Per Kyoto ho combattuto come militante - ha detto Prodi - ed è andato anche al di là di quello che pensavo all'inizio. E Kyoto deve essere l'obiettivo del Governo di centrosinistra. Se non cominciamo con Kyoto non so dove si va a finire. Dobbiamo combattere perchè l'obiettivo di Kyoto venga avvicinato». Per fare questo occorre una «svolta energica» e due priorità: risparmio e fonti rinnovabili, due campi sui quali «siamo arretratissimi». Prodi frena sul nucleare («il momento non è maturo, magari se ne riparla fra 20 anni») e dice sì ai rigassificatori. «Sul solare - ha sottolineato - nessuno propone obiettivi impossibili, ma almeno dobbiamo arrivare al livello della Germania». E, replicando all'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti, che aveva sollevato il problema di mettere i pannelli nelle nostre città medioevali: «Non è vero - ha detto Prodi - che c'è un problema di urbanizzazione. Ci sono le parti nuove delle città, le parti industriali. Io non ho avuto il tempo, altrimenti avrei messo i pannelli solari anche sul tetto della Fabbrica del programma, un brutto capannone fuori Bologna che vedrei bene con tanti pannelli solari sul tetto. Mezza Italia è fatta così, il problema è avere obiettivi realistici». E sull'eolico: «È inutile mettere una pala qui o una pala là. Solo se c'è la possibilità di grande campo si fa, sennò no». Per quanto riguarda invece il risparmio energetico: «È un settore con un potenziale enorme perchè fa uscire un settore industriale e fa risparmiare l'uso del territorio». La novità arriva dal fronte rigassificatori. «Sono una cosa seria. Mentre sul nucleare ho posto il problema - ha riferito Prodi - sui rigassificatori non ho posto nessun problema. L'ho già detto a Bari e qualcuno ha calcolato che così si perdono 20 mila voti... Vuol dire che si riguadagneranno dopo». Un tema sul quale Prodi incassa l'apertura di Legambiente: «Pensiamo che nei prossimi 5 anni alcuni rigassificatori lungo le coste italiane vadano fatti, con tutte le dovute cautele sul dove», ha detto il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta, confermando comunque il no alla localizzazione di un impianto nel porto di Brindisi. E su un possibile ritorno all'atomo: «Per ora - ha detto il leader dell'Unione - il momento non è maturo» e non lo sarà finchè non ci saranno risposte certe su sicurezza e rifiuti. Non si può dimenticare Chernobyl per capire quanta prudenza bisogna avere». Occorre comunque mantenere «un presidio di ricerca». In generale, quindi, un impegno massimo sul fronte del risparmio, efficienza e impianti a maggior rendimento energetico. Tutte scelte per accorciare le distanze da Kyoto.

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