An cambia pelle e diventa «lista Fini»
Ma se finora ci si era fermati alla chiacchiera da bouvette, stavolta c'è qualcosa di concreto. Il partito di via della Scrofa sta infatti per cambiare simbolo e inserirà anche il nome del suo leader. Il motivo di questo restyling è molto chiaro. Da diversi sondaggi e indagini di mercato elettorale, infatti, per la destra emerge sempre un eccessivo distacco tra le preferenze che gli italiani sembrano accordare al suo leader e quelle che realmente gli elettori mettono sul simbolo del partito. L'ultima inchiesta è arrivata proprio qualche giorno fa sulla scrivania del portavoce del partito, Andrea Ronchi. È stata preparata da un'agenzia milanese. Il risultato è sempre lo stesso, risultato che tra l'altro era anche emerso da precedenti rilevazioni. Il leader da solo gode di un consenso molto ampio, An arranca e insegue ma resta staccata. Dal sondaggio emerge anche che la destra avrebbe un mercato elettorale molto ampio, ben oltre il 12-13% al quale è ancorata da un lustro. Uno spazio che tuttavia non riesce a coprire nonostante i vari sforzi e tentativi che sono stati provati. Di qui la scelta di inserire nel simbolo anche il nome di Fini, per attrarre quella parte dell'elettorato che vorrebbe esprimere la propria preferenza ma solo al vicepremier. I primi disegni sono stati preparati in gran segreto dal capogruppo alla Camera Ignazio La Russa assieme a uno studio grafico. La Russa, tra l'altro grande appassionato di immagine e grafic design, ha portato a Fini proprio le prime bozze. Sono tre gli schemi attorno ai quali si sta lavorando. Tutti e tre prevedono una riduzione della scritta «Alleanza nazionale» e un leggero innalzamento del simbolo del Msi con la relativa fiamma tricolore (che pure sarà un po' più piccola). Il tutto per fare spazio alla nome del presidente del partito. Che appunto, per il momento è previsto in tre versioni. Nella prima, il nome è tutto in maiuscolo e in orizzontale; nella seconda, invece, segue la curva del simbolo; nella terza è in corsivo. Non è la prima volta che An discute il ritocco del simbolo. L'ultima volta era accaduto in occasione del congresso di Bologna nel 2002: si era parlato di togliere la fiamma dal simbolo, un'ipotesi poi scartata. Ora, però, il cambio sembra solo grafico, ma cela una mutazione anche politica. Al momento Fini non ha dato indicazioni precise sulle bozze viste. Ma certamente vedersi il nome sul simbolo fa un certo effetto. Una evoluzione che accompagna anche una strategia. Appena pochi giorni fa ha lasciato An l'uomo che le ha dato il nome: Domenico Fisichella. E il suo addio segue quello di Publio Fiori, un altro dei fondatori del partito. Scelte che seguono anche il conseguente (di fatto) scioglimento delle correnti, l'emarginazione dei colonnelli, la sistemazione nei punti chiave di tutti uomini del presidente. Insomma, An ha già cominciato ad essere la «lista Fini». F. D. O.