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Rutelliani in crescita, parisiani fermi al palo

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La maggioranza interna supera l'80%. I veri professionisti della campagna acquisti sono i mariniani

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La strategia imprenditorial-politica dell'ex sindaco di Roma coadiuvato dal numero due del partito Franco Marini, dai «delfini» Dario Franceschini e Renzo Lusetti e dal responsabile economico del partito Linda Lanzillotta, (organizzatrice delle varie convention con gli industriali), sta funzionando per davvero. Nelle file dei tesserati fedelissimi a Rutelli e Marini si può riscontrare una crescita esponenziale che non ha niente da spartire con il tesseramento degli «avversari» interni fedeli al presidente dell'assemblea federale della Margherita Arturo Parisi. Rutelli e Marini rastrellano tesserati in tutti i campi. Dai circoli sportivi agli operai in pensione e anche nell'ultimo convegno a villa Miani sul trasporto aereo si son viste file di dirigenti e funzionari del settore decisi o almeno propensi a diventare al più presto dei Rutelli boys. Non solo, ma secondo alcuni negli ultimi mesi si è indirizzato verso la Margherita un flusso di quadri provenienti dal centrodestra. Se dal punto di vista elettorale però, nei giorni scorsi, si è parlato di una flessione dei consensi nei confronti di Rutelli, il tesseramento fa faville. Negli ultimi giorni gli iscritti alla Margherita sono diventati 400 mila, mentre l'anno scorso erano fermi a 260 mila. Un quasi raddoppio che riempie di soddisfazione chi si occupa del territorio, come Beppe Fioroni, mentre pare che il rafforzamento del partito sia soprattutto in Sicilia, Campania, Abruzzo e Lazio. Dati non da poco anche se non ufficiali in attesa di quelli definitrivi che verranno resi pubblici nel corso del congresso del partito. I veri professionisti del tesseramento sul territorio sono proprio i mariniani con la loro estrazione più popolare di base. Ed è grazie a loro che la maggioranza interna della Margherita quest'anno ha già superato l'80% del partito, aumentando la percentuale dal 75%. Una batosta per i prodiani- parisiani che da sempre sognano il sorpasso, anzi il capovolgimento, degli equilibri tra loro e la maggioranza Dl. Ma quella svolta interna che Parisi aveva preventivato dopo la vittoria di Prodi alle primarie (da lui ideate) del centrosinistra, non è ancora arrivata. Anzi, qualcuno già prevede un blocco dei parisiani nei prossimi mesi. Questo soprattutto perché ormai il fronte dei rutelliani-marinani costituisce una forza che tutto ingloba e anche perché prevale una condivisione di obiettivi con i moderati diessini di Fassino, i quali mal digeriscono le idee ammazza-partiti di Parisi. Per un partito che sogna di diventare, qualora vincesse le elezioni, il primo partito riformista del paese, annullarsi completamente in Prodi e nel suo «contenitore», non può che essere una prospettiva davvero improponibile. Anzi quasi impensabile. Giu.Cer.

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