Lo chiamano «salvaladri» ma ne approfittano
Unità, Rinascita, Editori Riuniti, Cgil: hanno aderito tutti alla sanatoria di Tremonti
E lui sa come eccitare il suo pubblico. Tuonando: «Abbiamo risanato il bilancio pubblico senza artifici e senza condoni». Sì, «senza condoni», e non appena pronunciata quella parola scroscio di applausi dei diessini, dei girotondini, della nuova sinistra un po' dipietrista e molto moralista. Gente cresciuta su a pane e Unità di Furio Colombo. Che solo un anno prima, nel dicembre 2002, si era sciroppata titoli così: «Finanziaria, la rivolta degli onesti: sindacati, commercianti, artigiani, Comuni contro il condono dell'illegalità» (15 dicembre), o, peggio: «Evasione fiscale, una legge salva-criminali». Oppure: «Il condono è un'amnistia mascherata». Il metodo è sempre quello. In pubblico accuse ai condoni di Tremonti. In privato ne hanno tutti approfittato. Ha scelto il colpo di spugna sulle proprie pendenze fiscali la Beta immobiliare, una sorta di Fininvest dei Ds (dove sono raccolti tutti gli immobili sede del partito). Lo ha scelto la Nie, società editrice dell'Unità, lo stesso sgiornale sul quale l'attuale direttore scriveva: «Il messaggio (di Berlusconi, ndr) è chiaro: evadete quanto vi pare perché ne siete moralmente autorizzati. Ovvero: frodate pure il fisco, prima di tutto perché vi autorizzo moralmente io (sempre Berlusconi, ndr), e poi perché tanto il ministro Tremonti chiude un occhio e vi regala un altro bel condono». Ma la sanatoria fa schifo in pubblico, fa comodo in privato. All'odiato condono fiscale si sono piegati i Democratici di sinistra con ogni loro società (anche le Librerie Rinascita) a livello nazionale o di federazione locale. L'hanno scelto autorevoli parlamentari della maggioranza. L'ha sposato la Margherita di Rutelli (con il Popolo). E poi è già arrivata a farle compagnia la casa editrice più in voga nella sinistra girotondina: gli Editori Riuniti. Anche loro, come l'Unità, un tempo erano un fiore all'occhiello del partito comunista. Emblematico è il caso della Cgil. Nell'ottobre 2002 il principale sindacato portò in piazza un milione di manifestanti contro la riforma delle pensioni e il condono fiscale. Poi il Caaf, «Centro autorizzato di assistenza fiscale Lazio e Basilicata della Confederazione generale italiana del lavoro srl» (Roma, via Goito) ha chiesto la sanatoria.