Bilancio Ue, Londra annuncia modifiche sui finanziamenti
I ministri degli Esteri dell'Ue, come ha riferito il francese Philippe Douste Blazy, hanno manifestato la loro crescente preoccupazione per il fatto che, a pochi giorni dal vertice dei capi di Stato e di governo, i 25 brancolino nel buio sulle intenzioni della presidenza britannica, che ha solo fatto sapere di volere presentare una proposta con modifiche «sostanziali» rispetto alla bozza lussemburghese di giugno. Una proposta, ha spiegato il ministro degli Esteri britannico Jack Straw, che tenga conto degli obiettivi «di oggi e non di quelli del passato». In esatta controtendenza con quanto hanno sollecitato almeno 20 delegazioni su 25 e cioè che la proposta non si discosti più di tanto dalla proposta di Jean Claude Juncker perché questo, come ha rilevato il ministro degli Esteri Gianfranco Fini, allontanerebbe le possibilità di un accordo. Il nodo è e rimane quello dello sconto britannico in base al quale Londra può risparmiare circa cinque miliardi di euro l'anno. Si tratta, ha ribadito Fini, di una «anomalia» considerando che anche l'Italia stessa è contribuente netto alla casse dell'Unione europea. Anche Straw lo ritiene una anomalia, una delle tante «distorsioni che contraddistinguono la spesa europea». «Dal punto di vista storico, negli ultimi 20 anni, la Gran Bretagna - ha detto senza mezzi termini Straw - ha pagato due volte e mezzo la Francia, nonostante lo sconto di cui beneficia». Douste-Blazy ha invece sollecitato la Gran Bretagna ad assumersi le sue «responsabilità». «O fa una proposta equa che si faccia carico anche dell'allargamento ai dieci nuovi paesi o ci condannerà al fallimento e questa sarebbe una responsabilità grave», ha rilevato il ministro francese. Preoccupazione per l'andamento dei negoziati è stata espressa dalla Spagna, che pur si era espressa contro la bozza lussemburghese di giugno. E ancora più esplicito è stato il ministro degli Esteri belga Karel De Gucht. «Stiamo seduti qui a perdere tempo», si sarebbe lamentato durante i lavori del Consiglio. Anche il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Durao Barroso ha lanciato un messaggio inequivocabile alla presidenza britannica, quando ha affermato che «un accordo di bilancio equo ha come condizione una revisione dello sconto britannico». «La Gran Bretagna deve trovare il coraggio di raggiungere un accordo», ha insistito Barroso, affermando che «un'intesa è ancora possibile», ma che «il tempo stringe». La posta in gioco, come ha sottolineato Fini, non è semplicemente quella di dotare l'Ue dei finanziamenti per sostenere la nuova nuova Unione a 25, ma di evitare che un ennesimo fallimento certifichi una crisi europea.