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Fini rilancia il Ciampi-bis, Cdl e Unione divise

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An e Udc favorevoli, contrari Lega e FI. Nel centrosinistra d'accordo Ds e Verdi, stop di Rutelli

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L'idea non è nuovissima, già prima dell'estate si era accesa la discussione su un possibile secondo settennato per il Capo dello Stato, il cui mandato scade a giugno. Ma ieri l'ha riproposta Gianfanco Fini, prima in un'intervista a al quotidiano Qn e poi intervenendo a un convegno del partito a Bologna: «Io sono convinto che il presidente Ciampi sia stato e sia un ottimo Presidente della Repubblica. Si avvicina la scadenza del mandato. Ritengo che sia opportuno riflettere sull'opportunità di rieleggerlo e per quanto riguarda An siamo convinti che si tratterebbe di un'ottima scelta». Parole che hanno ridato forza al dibattito nei Poli. Con prese di posizione e distinguo che fanno ben capire quali siano le strategie che i diversi partiti hanno per il Colle. E con la possibilità che l'ipotesi di ricandidare Ciampi sia sia solo un escamotage per allontanare per un po' un problema politico delicato da affrontare subito dopo le elezioni. Smaltite tossine e veleni della competizione elettorale si potrebbe tornare a parlarne dopo un paio d'anni, mettendo in preventivo le possibili dimissioni del Presidente a metà mandato per motivi anagrafici (il Capo dello Stato ha 85 anni, il secondo settennato lo chiuderebbe a 93). Sempre con l'incognita però che Ciampi si presti a questo «giochino». Per il momento nella Casa delle Libertà tutta Alleanza Nazionale è compatta con il suo leader, giudicando la possibilità di una sua rielezione, come spiega il ministro Altero Matteoli «una garanzia per questo senso delle istituzioni, questa volontà di un paese unito che il presidente ha manifestato in tutti questi anni». Accanto ad An si è schierata l'Udc. «In questi anni — ha commentato il segretario dei centristi Lorenzo Cesa — abbiamo sempre sostenuto il presidente Ciampi e se ci sarà una sua ricandidatura l'Udc gli sarà accanto». Contrari, nettamente, sia Forza Italia sia la Lega. Per motivi che si intrecciano strettamente. Berlusconi non ha mai fatto mistero di puntare al Colle in caso di vittoria alle elezioni. Magari stringendo un accordo prima per lasciare mano libera nella partita per il premier. Ci crede così tanto che a maggio, quando Sandro Bondi avanzò l'ipotesi di una ricandidatura di Ciampi, lo smentì seccamente costringendo il coordinatore di Forza Italia a precisare di aver parlato «a titolo personale». Contraria anche la Lega all'ipotesi di un secondo settennato perché gli uomini di Bossi sanno che l'unica garanzia per loro è legata alla presenza di Berlusconi nel governo. Diversa invece la posizione dell'Udc, che forse spera, con una riconferma «a tempo» di Ciampi di un paio d'anni, di poter lavorare meglio per la candidatura di Pier Ferdinando Casini al Colle. Una strategia simile potrebbero avere nell'Unione i Ds. Che ieri non si sono opposti a una possibile rielezione di Ciampi. Fassino spiega che «l'eventualità che viene ipotizzata oggi deve essere naturalmente presa in considerazione da parte di tutti», mentre Vannino Chiti, capo della segreteria della Quercia, si spinge più in là: «Sono d'accordo sulla ipotesi di una rielezione di Ciampi. Ha svolto bene il suo ruolo ed ha la fiducia degli italiani». La Quercia in realtà ha un suo candidato per il Quirinale ed è Giuliano Amato. Ma al Botteghino potrebbero essere interessati a non bruciarlo subito. Discorso diverso per Rutelli che infatti ieri ha fatto capire, tra le righe, di non gradire affatto una riconferma di Ciampi: «È assolutamente inopportuno — ha commentato — che di questo argomento si parli in questo momento perché non può essere oggetto di dibattito». Il presidente della Margherita vorrebbe candidare Franco Marini o, in subordine, Nicola Mancino. Fantapolitica? Per il momento se ne discute.

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