Prodi, la rivolta degli alleati-finanziatori
Polemico Fioroni: «Il capo dell'Unione non può non fare la campagna a nome di tutta l'Unione»
La lettera del tesoriere di Prodi, Angelo Rovati, e le risposte dei tesorieri dei Ds e della Margherita, Ugo Sposetti e Luigi Lusi, che ricordano la quota di rimborsi elettorali già percepita dal Professore dal 2004, hanno portato a galla una vicenda che in questi giorni si è trascinata a pelo d'acqua. E dopo questo botta e risposta pubblico la questione dovrà essere risolta da un lavoro riservato che prepari un vertice dei leader previsto la prossima settimana. Il tono della lettera di Ds e Dl - secondo quanto si apprende - non è stato affatto gradito dai prodiani, che ieri hanno commentato le pagine dei giornali con un certo sconcerto misto a irritazione. Malgrado ciò, tutte le parti in causa concordano sull'opportunità di raffreddare gli animi e non continuare il ping pong: la faccenda deve essere risolta al più presto e senza clamore. E sarà quindi un vertice dei leader di Ds e Dl con Prodi e i tesorieri dei partiti a mettere un punto fermo la prossima settimana. «Non capisco - commenta il coordinatore dei Ds, Vannino Chiti - e anzi considero sbagliato che questioni normali e delicate come quelle relative alle risorse della campagna elettorale della lista dell'Ulivo, diventino occasioni di polemica pubblica. Danno un'impressione negativa ai cittadini. I tesorieri hanno l'incarico di individuare le soluzioni tecniche perchè nell'ambito delle risorse disponibili, non paragonabili ai tesori della destra, ci sia il necessario per la campagna elettorale e per le iniziative di Prodi in quanto è lui il riferimento della lista Ulivo e il candidato premier». Ma il dirigente della Quercia fa capire che i contributi alla campagna di Prodi dovranno essere ripartiti tra tutti i partiti della coalizione. All'obiezione sollevata dal responsabile della campagna elettorale di Prodi, Giulio Santagata, secondo il quale non esiste più una campagna dell'Unione, ma solo quella dell'Ulivo, Chiti replica: «Prodi ha una parte prevalente di campagna elettorale, a prescindere dai simboli, che dovrà essere per tutta l'Unione. Se questa parte non sarà fortemente marcata sarebbe un handicap negativo. Poi ci sarà la parte che riguarda la lista dell'Ulivo». E il dielle Beppe Fioroni replica: «Non può il leader dell'Unione non fare la campagna a nome di tutta l'Unione rappresentandone l'unità. La campagna dell'Ulivo non può che essere implicita». «Peccato - osserva secco Santagata - che non c'è l'Unione come simbolo. Vuol dire che faremo una campagna elettorale su un simbolo che i cittadini non sapranno votare».