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Infiltrazioni mafiose, dirigenti tutti assolti

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«Quando nel novembre 2002 partì l'inchiesta giudiziaria - aggiunge Pozzi - la decisione del vertice dell'Anas di non consentire il linciaggio dei propri dirigenti non è stata frutto dell'istinto, ma è stata dettata dalla piena coscienza di due elementi: la grande fiducia nel giudizio equanime della magistratura giudicante, con la quale abbiamo sempre attivamente collaborato, e la profonda conoscenza dei dirigenti e dei funzionari dell'Anas coinvolti. Abbiamo avuto ragione ad affidarci all' imparzialità della magistratura, che ha saputo perseguire i responsabili ed assolvere i dirigenti ed i funzionari dell'Anas. Tuttavia non possiamo dimenticare il continuo stillicidio di notizie operato in questi tre anni nei confronti dell'Anas, che ha danneggiato pesantemente non solo l' azienda ma lo stesso Stato che essa rappresenta. Questo processo - ha spiegato Pozzi - ha creato due elementi di danno: la grave forma di allarme sociale sollevata attorno alla correttezza e alla capacità della dirigenza e dei funzionari dell'Anas ed il sequestro di importanti tratti dell' autostrada, caso unico al mondo, con limitazioni a 60 chilometri orari che hanno creato disagi e continuano a crearne, anche con rischi di incidenti. Speriamo che sia revocato immediatamente l' immotivato limite di velocità posto sulla A3 e che vi sia subito il dissequestro dei tratti autostradali interessati da questo provvedimento». «Dispiace anche che alcuni organi di informazione - conclude il presidente dell'Anas - si siano distinti in un sistematico linciaggio, non dando mai conto delle ragioni dell'azienda e delle ragioni degli imputati».

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