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Bruxelles: allarme per il deficit. Nel 2006 potrebbe salire al 4,2%

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È questa, in sintesi, la radiografia delle politiche fiscali italiane fornita ieri a Bruxelles dalla Commissione europea, che ha pubblicato le stime autunnali sull'andamento economico dei 25 paesi dell'Ue, all'interno dei quali la crescita italiana, stimata all'1,5% l'anno prossimo, si colloca in posizione intermedia. Il rapporto deficit-pil si attesterà quest'anno al 4,3%, osservano i tecnici dell'euroesecutivo, sottolineando che tale stima coincide con quella dello stesso governo. Il dato, inoltre, è sostanzialmente in linea con quanto richiesto da Bruxelles all'Italia, nella raccomandazione per la riduzione del deficit emessa a luglio dal Consiglio, che invitava il governo a tornare sotto il tetto del 3% nel 2007 e ad applicare «con rigore» le misure di bilancio di quest'anno, in modo da contenere il deficit 2005 poco sopra al 4%. Più delicata, per contro, l'analisi delle prospettive 2006. In questo caso, ricorda sempre la Commissione, il Consiglio ha chiesto all'Italia di riportare il deficit al 3,8% del pil. Un obiettivo, quest'ultimo, condiviso e dichiarato raggiungibile dalla stessa Finanziaria; ma che gli esperti di Bruxelles, tuttavia, almeno per il momento ritengono fuori portata. Le stime della Commissione, infatti, per l'anno prossimo prevedono un rapporto deficit-pil al 4,2%. I motivi di tale divergenza d'opinione? L'incertezza di implementare con la dovuta efficacia i tagli sia alla spesa sanitaria, sia alla spesa corrente del governo centrale e delle amministrazioni locali. I risultati effettivi, secondo Bruxelles, «saranno inferiori agli ambiziosi obiettivi ufficiali». I tetti alla spesa sanitaria non sono stati rispettati in passato e anche i «tagli programmati ai consumi intermedi del governo centrale e locale non sembrano conseguibili, visti i recenti trend della spesa». A Bruxelles non mancano di sottolineare che l'analisi della Finanziaria 2006 è stata «resa difficile dalla presentazione a tappe delle misure di aggiustamento (del deficit, ndr)» e che, quanto al risultato finale del deficit, vi sono rischi sia al ribasso che al rialzo. Ma non evitano di concludere che, «sulla base di una valutazione prudente», la Commissione stima nel 2006 un disavanzo pari al 4,2% del pil. A chi gli ha chiesto, nella consueta conferenza stampa, se questa differenza di giudizio significhi che l'Italia non sta rispettando la tabella di marcia per il rientro del deficit, il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia, ha risposto con molta cautela, prendendo tempo e senza sbilanciarsi. I dati «non pregiudicano» la valutazione finale sui conti pubblici italiani che verrà fatta, come da programma, a gennaio, ha spiegato infatti il commissario spagnolo, rimarcando che «queste stime sono da considerarsi una previsione, non un preannuncio del nostro giudizio sull'Italia». Dopo aver chiuso le previsioni, nei giorni scorsi, sono «state adottati nuovi pacchetti di misure» nel corso del dibattito parlamentare sulla Finanziaria, ha proseguito Almunia, spiegando che «alcuni elementi del pacchetto, e di altre misure contenute in Finanziaria fin dall'inizio, richiedono spiegazioni dettagliate». Il commissario ha detto che incontrerà Tremonti a Bruxelles a dicembre, a Finanziaria approvata dal Parlamento, per fare il punto della situazione.

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