«Ora libertà di scelta sul referendum»
Follini resta freddo: «Facciamo come la Dc nel '48 tra monarchia e repubblica»
Marco Follini aspetta l'ultimo voto del Senato al testo che cambia la Costituzione del '48 e poi lancia la sua proposta che punta a «ricucire il tessuto istituzionale, dopo due legislature passate all'insegna della controversia». «Dopo il quarto voto parlamentare sulla riforma costituzionale — ha affermato l'ex segretario dell'Udc, che nell'ultimo voto della Camera sulla riforma si è astenuto — resta apertissima la questione di come ricucire il tessuto istituzionale». «Continuo a credere — ha aggiunto — che una buona idea sia quella di smilitarizzare il prossimo referendum, lasciando agli elettori una piena libertà di coscienza. Vorrei ricordare che nel '46 la Dc di fronte al bivio, ben più drammatico, del referendum fra Repubblica e Monarchia scelse secondo questo stesso principio, contribuendo anche così a tenere il Paese più unito intorno alle sue nuove istituzioni». Silvio Berlusconi ha preferito non commentare le dichiarazioni dell'esponente Udc: «Francamente non ho nessun commento da fare» ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano una dichiarazione. Soddisfatti comunque tutti gli esponenti della maggioranza per il sì alla riforma sulla devolution. Per Gianfranco Fini «hanno parlato i fatti, i voti dell'Aula». Eppure fino all'ultimo lo stesso Bossi si era trincerato dietro la scaramanzia: «Speriamo che non accada nulla. In ogni caso, tutto è perfettibile...». I voti di scarto erano poche decine e la cautela d'obbligo, di fronte all'Udc che ostentava i suoi «molti dubbi», lasciando solitario il ministro Giovanardi a dire: «Voteremo questa riforma con grande convinzione». Ma per la Lega alla fine è stato un giorno di gran festa. Roberto Calderoli, a cui il Senatur ha passato il testimone del ministero delle Riforme, si complimenta: «Abbiamo avuto più voti di quelli che ci aspettavamo». «Abbiamo fatto un buon servizio al Paese — aggiunge il ministro Roberto Castelli — ma ora dobbiamo sconfiggere la propaganda leghista». Stati d'animo completamente opposti nel centrosinistra. In segno di lutto per la «morte della Costituzione», i Verdi hanno indossato in Aula la cravatta nera e hanno usato il tempo a loro disposizione per osservare un minuto di silenzio. «Cancelleremo questa riforma, che deforma la costituzione», ha promesso il segretario dei Ds Piero Fassino, mentre l'Unione si prepara, guidata da Oscar Luigi Scalfaro, alla battaglia referendaria. «Stanno facendo a pezzi l'Italia», ha commentato Oliviero Diliberto, segretario del Pdci, mentre per Bobo Craxi, leader del Nuovo Psi, «questo è il canto del cigno, la loro stagione è finita».