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NOI NON vogliamo riprodurre in Italia il modello americano.

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Il modello in cui tendiamo è dunque un modello misto. Questo cose il prof. Settis le sa benissimo, anche perché è un consulente del ministero per i Beni e le attività culturali. Il documento che egli critica non esprime il punto di vista del ministro per i Beni culturali, non esprime nemmeno quello del sottosegretario Letta, è semplicemente un interessante, anche se un po' paradossale, contributo ad una discussione interna proveniente da un alto funzionario della Presidenza del Consiglio. Il prof. Settis ha sentito più di una volta il ministro dire che i beni culturali non esistono innanzitutto per attirare turisti, la funzione culturale dei beni culturali è di provocare l'emozione estetica, cioè dilatare i confini dell'anima di coloro che a essi hanno accesso, per ripetere l'espressione di un poeta romantico dell'Ottocento. I beni culturali hanno la specifica funzione di alimentare la memoria storica soprattutto in una fase di crisi delle ideologie; gli uomini che si interrogano sulla propria identità si rivolgono alla storia e i beni culturali sono i documenti della storia che ci informano sui modi di essere, sui valori, sugli atteggiamenti fondamentali delle generazioni che ci hanno precedute. Sicuramente i beni culturali hanno anche una funzione economica e da un certo punto di vista è vero che essi sono una grande ricchezza economica della nazione: in una fase storica in cui il turismo tradizionale basato solo su terra-mare-sole-montagna entra in crisi perché queste cose le hanno anche altri paesi e a costi molto inferiori ai nostri, l'offerta turistica italiana si salva solo se è capace di articolare un'offerta che oltre al sole e al mare abbia in più i beni culturali: in questo settore infatti noi abbiamo un primato indiscusso nel mondo. Il turismo in generale ha avuto anche nell'ultima stagione una qualche battuta d'arresto, ma il turismo culturale è invece in piena fioritura; quando il terrorismo islamico sarà stato, fortunatamente, battuto e i paesi sull'altra sponda del Mediterrraneo potranno svolgere compiutamente la loro forza turistica, sarà ancora più importante per l'Italia disporre di questa offerta turistica integrata. Si comprende l'importanza dei beni culturali da un punto di vista economico se si considerano i flussi turistici che essi attivano, ma va anche detto che questi flussi si riflettono solo in modo molto parziale nei servizi aggiuntivi e nelle biglietterie di musei e siti archeologici. Insomma, il prof. Settis ha sbagliato bersaglio. Lo invitiamo a mettere da parte non necessari furori per dare, da par suo, un contributo serio e costruttivo all'elaborazione di una politica dei beni culturali. All'Italia, per fare questo, serve che ci si elevi in qualche misura al di sopra del contrasto fra le parti politiche e si stia al di sopra di un superficiale qualunquismo: se non altro, è necessario farlo perché si tratta di un patrimonio che appartiene a tutti gli italiani. Rocco Buttiglione

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