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L'Unione punta tutto sul referendum

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Il premier: «La legge verrà approvata». Il Professore: «La Cdl spacca il Paese»

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Ma ci sono anche tutte le perplessità sul destino ultimo di questa vittoria, con l'Unione pronta a raccogliere subito le firme per il referendum e la Cdl che ne annuncia un altro per avere anche il sì dell'elettorato, dopo quello del Parlamento. Data ipotizzata, la metà di giugno, quando la fitta agenda degli impegni politici e istituzionali (amministrative, politiche, governo, elezione del nuovo capo dello Stato) sarà ormai un ricordo. E da Silvio Berlusconi viene una nuova rassicurazione che prelude alla festa. «La devolution sarà sicuramente approvata», conferma il premier. Romano Prodi, e con lui tutta l'opposizione, è pronto invece ad un giorno di lutto (politico). «Nella vita - dice il Professore - ci sono anche le brutte giornate». E oggi lo sarà perchè, come dice Fassino, «la Cdl spacca il Paese». Gli aggettivi negativi calati sulla nuova Costituzione dai senatori dell'Unione si sprecano: morte della democrazia, «nel cestino questa porcheria», ricorda la Costituzione di Weimar, mina il principio delle regole condivise, ricatto su gomme chiodate marca Bossi. Una sola la possibile reazione: via subito alla raccolta delle firme per cancellare la «vergogna». Oggi non è solo la vittoria di Bossi e della Cdl ma anche l'inizio dei tre mesi utili alla raccolta delle firme per arrivare alle urne. La Cdl difende e spiega, nell'aula di Palazzo Madama, le ragioni di un progetto ambizioso e «realizzato». Con una sottolineatura da parte del capogruppo di An Domenico Nania: sono riforme che impediscono la «disgregazione dell'Italia» dato che l'Unità d'Italia è stata messa in discussione dalla riforma federalista del Titolo V varata dal centrosinistra contro tutto e tutti a pochi giorni dallo scioglimento del Parlamento. Bossi pregusta il «gran giorno», ma si preparano penne e moduli per la raccolta delle firme. Oggi la festa, l'ultima parola a giugno del 2006. «La riforma che sarà varata dalla Cdl - ha detto Alfonso Pecoraro Scanio - è un pasticcio e sono sicuro che molti deputati della maggioranza voteranno a favore per far contento Bossi, ma poi, nel referendum esprimeranno la loro contrarietà. Neanche i leader della Cdl - ha osservato l'esponente dei verdi - sono concordi sui benefici della riforma. Bossi - osserva Pecoraro Scanio - brinda per il federalismo, Fini dice che è una riforma centralista, Berlusconi parla di un testo che rafforza il presidenzialismo ed infine, l'Udc dice che una riforma parlamentare». «Il centro sinistra - ha proseguito Pecoraro Scanio - fece l'errore, riconosciuto ormai da tutti, di fare la mini modifica cambiando l'articolo 117. Fu una forzatura perchè si crearono conflitti di attribuzione tra Stato e Regioni. Oggi - sottolinea il leader del Sole che ride - credo che occorra una riforma della Costituzione da fare però insieme, non a colpi di maggioranza e tramite la convocazione di un'Assemblea costituente». «In due giorni la CdL prova a stravolgere la nostra Costituzione». Così il presidente dei senatori della Margherita Willer Bordon nterviene sulla riforma costituzionale della Cdl. «Pur essendo ormai minoranza nel Paese - ha sottolineato Bordon - procede con le gomme chiodate dei ricatti di Bossi. Sessant'anni di storia Costituzionale vengono gettati nel cestino. Quello che sta avvenendo al Senato, infatti, è colossale. Si tratta del tentativo, mai così devastante, di modificare qualità e quantità di oltre quaranta articoli della Costituzione».

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