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IL GLOSSARIO DELLA RIFORMA

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ANTIRIBALTONE. Se per votare la sfiducia al premier si ricorre all'aiuto di parte dell'opposizione, il primo ministro va a casa ma si fanno nuove elezioni. BOSSI. La riforma federalista dello Stato è il cavallo di battaglia della Lega. CAMERA. Le assemblee restano due, Montecitorio e Palazzo Madama, ma al bicameralismo perfetto che ha caratterizzato quasi 60 anni di vita repubblicana (due Camere con eguali poteri) subentrano due assemblee che avranno basi elettorali e poteri diversi. Il Senato federale e la Camera generalista. DEVOLUTION. Spetterà alle regioni occuparsi di alcune materie: sanità, organizzazione scolastica (gestione degli istituti e programmi di interesse regionale), ordine pubblico (polizia amministrativa regionale e locale). ETÀ. Una ventata di gioventù dovrebbe scompigliare le austere aule parlamentari. Per entrare a Montecitorio basterà aver compiuto 21 anni, senza aspettare di averne 25. Si potrà varcare la soglia del Senato a 25 anni (ora ne servono 40). Si punta ad un capo dello Stato senza rughe: anche un quarantenne potrà salire al Colle. FISCO. Il federalismo fiscale non fa parte di questa riforma. GARANZIA AUTHORITY. I presidenti sono nominati dal presidente della Repubblica. ITER DELLE LEGGI. La Camera esamina le leggi su materie riservate allo Stato (ad esempio politica estera, immigrazione o difesa). Il Senato ha 30 giorni (15 se si tratta di decreti) per proporre modifiche, ma è la Camera che decide in via definitiva. Al Senato spettano leggi che riguardano materie riservate sia allo Stato sia alle Regioni (ad esempio, i rapporti dell'Ue con le Regioni, il commercio con l'Estero). La Camera può proporre modifiche, ma l'ultima parola è del Senato. LEGISLATURA. Resta di 5 anni. MATERIE. Su alcune questioni su diritti civili e sociali Senato e Camera legiferano alla pari. Ma se non trovano l'accordo entra in campo una terza assemblea «derivata». NUMERO PARLAMENTARI. Diminuisce il numero dei parlamentari. 193 eletti in meno. Il taglio è di circa il 23 per cento. Meno 130 i deputati (che passano da 630 a 500) e meno 63 i senatori (che da 315 scendono a 252). Restano invece 18 i parlamenti eletti dagli italiani all'estero (tutti deputati). OPPOSIZIONE. Esponenti dei gruppi di opposizione presiederanno le commissioni. PREMIERATO. Finisce l'era del presidente del Consiglio ed entra in scena il premier che determina la politica dell'esecutivo e ha il potere di nominare e licenziare i ministri e di sciogliere la Camera. Per insediarsi avrà bisogno solo di un voto sul programma. QUIRINALE. Il presidente della Repubblica rappresenta la Nazione, è garante della Costituzione e dell'unità federale. Scioglie la Camera su richiesta del premier. REFERENDUM. Il nuovo testo rende sempre possibile il referendum sulle leggi costituzionali. Sulla riforma le opposizioni hanno già lanciato il segnale di battaglia. SENATO. I senatori saranno eletti in ciascuna regione contestualmente ai rispettivi consigli. Ogni regione ne elegge almeno 6 (a Molise e Val d'Aosta ne spettano rispettivamente 2 e 1). TIMING. Una parte della riforma entrerà in vigore subito dopo il referendum: eleggibilità e immunità dei parlamentari, età per il Quirinale, Authority (che entrano così in Costituzione), federalismo, interesse nazionale. Dal 2011: Senato federale, iter delle leggi, nuovi poteri del presidente della Repubblica, premierato. Nel 2016 (5 anni dopo l'elezione del primo Senato Federale): riduzione dei parlamentari, età per essere eletti alla Camera, contestualità tra elezione del Senato federale e dei consigli regionali. UNITÀ. Governo e Parlamento possono bloccare leggi regionali. VITA. Scende da cinque a tre il numero dei parlamentari a vita (che non saranno più senatori, ma deputati a vita). ZUFFE. La riforma non solo ha diviso i Poli ma ha anche scatenato diverbi all'interno dei due schieramenti e più di una volta nelle stesse aule parlamentari si è sfiorata la zuffa.

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