Casini bacchetta Tremonti: niente liti sui tagli
Il presidente della Camera Casini ieri è intervenuto sulla questione dei tagli agli enti locali sollevata dalla Corte Costituzionale per il decreto «taglia spese» varato dal governo nel luglio 2004 e che potrebbe avere una ripercussione sulla Finanziaria 2006. Intanto il Ragioniere generale dello Stato Mario Canzio, intervenendo alla Commissione Bilancio della Camera ha spiegato che la sentenza della Consulta non incide in alcun modo sul patto di stabilità e sui tagli ai trasferimenti agli enti locali decisi nella Finanziaria «ma solo sulle indicazioni date alle priorità di tagli alla spesa di quegli enti». Secondo Canzio quindi sarebbe sufficiente «eliminare le indicazioni relative alle consulenze, alle missioni e alle rappresentanze lasciando alle regioni e agli enti locali la completa discrezionalità di come operare i tagli sperando che non si incida sulla spesa sociale ma solo su quella di funzionamento». Ecco che quindi Casini ha richiamato alla necessità di una «concertazione» tra Stato centrale e enti locali sottolineando che su questo punto è d'accordo con Veltroni e Cesa. «La vicenda della sentenza della Consulta - aggiunge il presidente della Camera - dimostra che è necessario valorizzare sedi e momenti di collaborazione per un accordo che, pur nel rispetto delle diverse competenze, fissi un'azione comune, prevenga contrasti giudiziari e renda più efficace l'operato di ognuno». Casini ha voluto precisare anche le prospettive del federalismo che «non deve essere un ingombro ma un momento di accrescimento dell'efficienza complessiva del sistema Paese». Il che vuol dire che «Stato, Regioni ed Enti locali devono operare per il raggiungimento di obiettivi virtuosi, non essere in continuo conflitto. Il risanamento della finanza pubblica per il rispetto del Patto di stabilità è un dovere che impegna tutti e richiede un'azione comune: o riusciamo tutti insieme o falliamo tutti insieme». Per affrontare la questione dei tagli agli enti locali il ministro dell'Economia Giulio Tremonti incontrerà martedì prossimo il Presidente della Conferenza Regioni, Vasco Errani. Già ieri c'è stato un contatto telefonico il cui il vicepremier ha ribadito che resta fermo l'obiettivo del ministero di «invarianza dei saldi di finanza pubblica». E sui conti pubblici è intervenuto ieri il Ragioniere Generale dello Stato. Nell'audizione alla Camera ha confermato per quest'anno il deficit al 4,3% che sconta la mancata uscita dell'Anas dalla pubblica amministrazione e anche il mancato incasso di 3 miliardi dalle dismissioni di strade. Poi ha messo in risalto che lo slittamento al 2006 dell'applicazione dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego potrebbe penalizzare i saldi dell'anno prossimo. Canzio ha anche affermato che non ci sarà impatto sui conti dello Stato con la norma per l'esenzione dell'Ici per la Chiesa e gli enti non commerciali, sollevando però le proteste dei comuni. L'assessore al bilancio del Comune di Roma ha infatti stimato attorno a 50-60 milioni di euro la perdita di gettito per la sola amministrazione capitolina. Il Ragioniere Generale ha anche detto che le dismissioni immobiliari potrebbero dare 3-4 miliardi di euro entro l'anno. Canzio ha poi parlato della decisione di rivedere la posta di 6 miliardi di dismissioni che ha portato al varo del rafforzamento della manovra 2006 spiegando che si è trattato di «decisioni condivise» anche se «la responsabilità è sempre politica». E ieri la conferenza dei capigruppo ha deciso che la Finanziaria sarà in Aula alla Camera dal 12 al 20 dicembre e sarà licenziata dalla commissione Bilancio entro l'8 dicembre. «Il 12 e 13 dicembre ci sarà la discussione generale della Finanziaria - ha spiegato il presidente dei deputati Ds Luciano Violante - poi, dal 14 al 20, il voto».