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Nessuno si prende Benigni a scatola chiusa

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Il comico vive ancora dei minimi garantiti Miramax per Pinocchio, ora lo salva solo la Rai

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E ha picconato anche i bilanci della Melampo cinematografica, la società di produzione controllata da Benigni insieme alla gentile consorte, Nicoletta Braschi. Sarà anche per questo che, come rivelato ieri da Il Tempo, il fisco italiano non è andato giù pesante, limitandosi a richiedere negli ultimi anni di «regime berlusconiano» appena il 4,5% dei guadagni realizzati. Già perché sull'onda dello straordinario successo internazionale de La vita è bella Benigni aveva realizzato un colpo da maestro: vendere la distribuzione internazionale del suo film successivo a un solo soggetto, ottenendone in cambio un minimo garantito da favola. Il film in questione è stato Pinocchio, il cui costo di produzione sopportato da Melampo si è aggirato sui 50 milioni di euro. Il minimo garantito in cambio della esclusiva sulla distribuzione internazionale (quella italiana era di Cecchi Gori, che poi l'ha dovuta svendere a Medusa) fu ottenuto dalla Miramax, lanciatasi in un'impresa fra le più negative degli ultimi anni. Perché se in Italia al botteghino comunque Benigni è riuscito a tirare bene, all'estero quel film è stato un vero disastro. Non è noto il minimo garantito offerto da Miramax, che aveva ancora in mente i circa 130 milioni di dollari incassati da La vita è bella nelle sale americane. Ma qualche traccia se ne trova ancora nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2004 dalla stessa Melampo, dove alla voce «Altri debiti» si trova annotato: «comprende principalmente debiti per minimi garantiti ricevuti per lo sfruttamento economico di diritti di film la cui competenza economica non è ancora maturata, per euro 31.937.787», e cioè per 32 milioni di euro circa. Certo è che dopo quella doccia fredda a Benigni nessuno fuori dai nostri confini ha più offerto contratti a scatola chiusa. Un po' perché lui non fa mai vedere una sceneggiatura prima della produzione conclusa, un po' perchè la disavventura della Miramax ha impressionato tutto il settore. In Italia La Tigre e la Neve è stata acquistata per la distribuzione da Rai Cinema, che se ne è inventata una al giorno per sorreggere un prodotto certo di alta qualità, ma non popolarissimo. Grazie alla serie tv in prima serata, alle ospitate da Celentano, al Tg1 e da Pippo Baudo qualche pezza alla fine è stata messa. Ma sarà un miracolo se si raggiungeranno in tutto i 20 milioni di euro, che per Rai cinema significa un incasso lordo di 8 milioni che non tiene ovviamente conto dello sforzo compiuto per il lancio. All'estero solo dopo lunghe trattative si è trovato un distributore del gruppo Universal, per il solo mercato francese la Pathe, e per quello americano i diritti sono stati messi all'asta e solo in extremis acquistati da un cultore di Benigni. Secondo il budget iniziale La Tigre e la Neve dovrebbe essere costato circa 30 milioni di euro. Nel bilancio 2004 sono stati inseriti 1,6 milioni di costi di produzione dell'ultimo film, un milione di costi per la distribuzione, oltre 9,5 milioni relativi alle consulenze e ai servizi necessari alla produzione della pellicola, la cui lavorazione però è terminata dopo la chiusura del bilancio.

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