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Messaggio di Benedetto XVI al Parlamento nell'anniversario della visita di Giovanni Paolo II

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Non rivendichiamo privilegi adempiamo alla nostra missione

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È una parte del messaggio che ieri Papa Benedetto XVI ha inviato al Parlamento in occasione della cerimonia che ha ricordato la visita di Papa Giovanni Paolo II, tre anni fa, alla Camera. Ratzinger ha detto che «in questo felice anniversario non mi resta, per tanto, che auspicare che tale spirito di sincera e leale collaborazione si approfondisca sempre di più». Benedetto XVI ha ricordato anche «la commossa e calorosa accoglienza» che fu riservata dal Parlamento a Giovanni Paolo II, che costituì il «tributo più solenne di stima che i rappresentanti del popolo italiano abbiano conferito a quel grande Pontefice». Ieri la mattinata della celebrazione si è aperta in perfetto clima da cerimonia. Rispettati alla lettera i canoni del «bon ton» istituzionale con parlamentari tutti in abito scuro, commessi in livrea e guanti bianchi. Tra i primi ad arrivare il presidente della Cei Camillo Ruini, poi, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, i senatori a vita Giulio Andreotti ed Emilio Colombo, il prefetto della Congregazione per i Vescovi Giovanni Battista Re, monsignor Leonardo Sandri sostituto della segreteria di Stato Vaticano, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, Marco Follini e molti parlamentari di entrambi gli schieramenti e la ex-presidente della Camera Irene Pivetti. A prendere la parola per primo è stato il padrone di casa Pier Ferdinando Casini che, salutate le autorità, ha lasciato subito il microfono al cardinal Sandri che ha letto il messaggio di Papa Benedetto XVI. Poi è intervenuto Pier Ferdinando Casini con un discorso sulla centralità dell'uomo. Sottolineando che «il Parlamento ha conosciuto scontri e divisioni, si sono confrontate idee e opinioni ma certamente la diversità rappresenta per l'Italia una ricchezza perché le contrapposizioni sono il cuore stesso del gioco democratico». Ma oltre al messaggio alla Camera Papa Benedetto XVI ne ha inviato uno anche ai vescovi italiani riuniti ad Assisi per la cinquantacinquesima assemblea generale i cui lavori si concluderanno il 18 novembre. Il Papa ha ribadito un no fermo alla eutanasia e ha riaffermato la «inviolabilità della vita umana dalla concepimento al suo termine naturale». «Di fronte alla pretesa, che spesso riaffiora — ha affermato — di eliminare la sofferenza ricorrendo persino all'eutanasia, occorre ribadire la dignità inviolabile della vita umana, dal concepimento al suo termine naturale». Nel pomeriggio infine Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i rappresentanti del Centro Simon Wiesenthal degli Stati Uniti. A loro ha detto che dopo una «dolorosa e difficile storia» le relazioni tra ebrei e cristiani hanno preso ora una direzione «molto positiva». «Dobbiamo continuare ad andare avanti sulla via del rispetto reciproco e del dialogo — ha proseguito — ispirati dalla nostra condivisa eredità spirituale, impegnandoci verso una sempre più effettiva cooperazione al servizio alla famiglia umana».

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