Il promotore: «Ha vinto il rigore, ora va bene»
Edmondo Cirielli è un ufficiale dei carabinieri in aspettativa parlamentare. Ha furoreggiato nella zona di Salerno tanto da beccarsi l'appellativo di «fustigatore della costiera amalfitana». Poi la candidatura con An, e la battaglia per pene più severe a chi commette più volte reati. Quindi la svolta: disconosce la legge e diventa un idolo della sinistra. Ma adesso, nuova giravolta: il testo va bene, me lo riprendo. Onorevole, perché tutte queste svolte? «In realtà non mi sono mosso di un millimetro. È il provvedimento che è stato cambiato». Partiamo dall'inizio. Che cosa aveva proposto? «Una legge che rendeva le pene più severe per i recidivi, ovvero quelli che delinquono più di una volta». Poi? «Poi si è inserita una proposta di Forza Italia che chiedeva più garanzie». È per questo che si è dissociato? «Non mi sono riconosciuto più nella mia legge perché a quel punto era diventato uno strano mix. Da un lato c'era la proposta rigorista di An, dall'altro c'era una richiesta garantista di Forza Italia. Per questo, ho ritirato la firma: non mi riconoscevo più». Così facendo è diventato l'idolo della sinistra contro quella che chiamava «salva-Previti». Non si sentiva in imbarazzo? «Si sarebbe dovuta sentire in imbarazzo la sinistra per come ha utilizzato la mia posizione. Una pura strumentalizzazione. Una volta mi hanno invitato a partecipare a Ballarò e mi hanno mandato un foglio con le domande e pure le risposte scritte sotto. Incredibile: per chi mi avevano preso? Per un attore?». E ora? Si riconosce nella legge? «È stato approvato un emendamento su proposta dell'Udc che escludeva i processi in corso. Ed è stato anche approvata una mia richiesta per circoscrivere lo spazio per la concessione delle attenuanti. Guardi, adesso è diventata anche più rigorosa di prima». Addirittura? «Be', ora la sinistra dice che è una legge fascista. Dice che vogliamo buttare tutti in galera. Due giorni fa sosteneva che volevamo far uscire tutti». Che cosa le ha insegnato questa vicenda? «Ho imparato che se si vuole intervenire non si può fare a colpi di emendamenti. Proprio il fascismo agì dopo dieci anni di dibattiti e con il fior fiore dei giuristi: da Rocco a Manzini». F. D. O.