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«Voi soldati siete la Nazione che non scappa»

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Significa soltanto che siccome abbiamo avuto successo possiamo continuare a perseguirlo con un numero minore di uomini». Ha usato parole rassicuranti Antonio Martino durante il colloquio con il premier iracheno Al Jaafari, anche se il ministro non è entrato nel merito della riduzione del contingente militare italiano e non ha voluto rivelare ai giornalisti la data e la consistenza della prossima «riconfigurazione», che dovrebbe alleggerire ulteriormente la forza italiana, attualmente di circa 2900 uomini. «Quando lo riferirò al Parlamento lo saprete anche voi», ha detto. Della questione, tuttavia, Martino ha parlato nei giorni scorsi con il presidente iracheno, che ha incontrato a Roma. «Il presidente Talabani — ha spiegato il ministro — più volte mi ha ribadito con grande calore che tutto il governo iracheno, gli iracheni in genere tengono moltissimo alla presenza degli italiani. In modo specifico degli italiani, perché non vogliono che restino soltanto le truppe di alcuni paesi. Vogliono sentire la vicinanza dell'Europa, la vicinanza dell'Italia». «Per quanto ci riguarda, dunque — ha ribadito Martino — resteremo fintanto che la missione non sarà compiuta e a decidere se la missione è compiuta saremo assieme, il governo iracheno e noi. Un dato di fatto è che nella provincia di Nassiriya, e non solo, gli iracheni sono sempre più capaci di provvedere da soli alla propria sicurezza e questo consente una riduzione numerica del nostro contingente. Le dimensioni del contingente italiano non sono dunque la misura del nostro impegno: se si riducono, sono la misura del nostro successo». Per Martino è stato «un grande piacere incontrare il primo ministro, pienamente legittimato, di un paese democratico e che in un anno ha compiuto dei passi avanti sul piano politico assolutamente straordinari e senza precedenti. Hanno già votato due volte e il 15 dicembre voteranno una terza volta per il Parlamento: a quel punto, il processo di transizione democratica di questo paese sarà concluso». Dopo l'incontro con Al Jaafari Martino ha incontrato i nostri militari a Nassiriya. «Voi rappresentate l'Italia che non scappa che non lascia le cose a metà, che non viene meno agli impegni e che non tradisce gli alleati», ha detto rivolgendosi ai soldati schierati a Camp Mittica, quartier generale del contingente. Antica Babilonia «non è una missione a tempo indeterminato, ha una prospettiva temporale ben definita, ma noi non resteremo un minuto meno del necessario — ha concluso — Hanno cercato di far deragliare il treno della democrazia ma non ci sono riusciti. L'Italia è un grande Paese, ma un grande Paese è tale solo se ha la coscienza della propria responsabilità e l'Italia non lascerà a metà questa missione».

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