Poli d'accordo sul ritiro graduale Ma la sinistra radicale non ci sta
«Non un abbandono né una fuga», ma un ritiro graduale concordato con l'Iraq e la coalizione internazionale, promette Francesco Rutelli. Una posizione che segue di poche ore la promessa fatta da Romano Prodi al presidente iracheno Talabani: in caso di vittoria del centrosinistra alle politiche, le truppe italiane saranno ritirate gradualmente e d'intesa con le autorità di Baghdad. Anche l'arrivo a Baghdad di Kofi Annan favorisce la nuova linea del centrosinistra. Il fatto è che nei Poli, al di là delle polemiche (anche ieri il vice coordinatore di Forza Italia Cicchitto ha sostenuto che la visita di Annan in Iraq dà ragione al governo italiano e ha accusato il centrosinistra di fare solo propaganda), l'analisi sull'Iraq è sempre più condivisa. La guerra viene giudicata da entrambi gli schieramenti un errore (Berlusconi pochi giorni fa ha rivelato di aver cercato di convincere Bush a non farla) e un ritiro italiano entro il 2006 viene dato per scontato, nel quadro di un generale disimpegno che porterà alla partenza di 30mila uomini della coalizione. «Gradualmente e in accordo con l'Onu il nostro contingente deve tornare a casa», ha osservato ad esempio il ministro leghista Calderoli. Anche per questo nell'Unione, dopo le richieste di ritiro immediato avanzate in Parlamento, ha preso corpo l'idea di non precipitare i tempi, per dar modo di organizzare il rimpiazzo dei militari italiani. Così, col passare dei giorni, si fanno più forti le voci di chi chiede un'intesa bipartisan. Ma la sinistra radicale non vuol sentir parlare di un cambio di rotta. Rifondazione Comunista, Verdi e Comunisti italiani continuano a chiedere a gran voce la partenza immediata degli uomini di stanza a Nassiriya. Franco Giordano, capogruppo del Prc alla Camera, lancia un avvertimento agli alleati: «Abbiamo firmato insieme dei documenti comuni e una mozione parlamentare che chiedeva il ritiro immediato degli italiani dall'Iraq: per noi quella è ancora la posizione dell'Unione». Se così non fosse, sostiene, si aprirebbe una «divisione deleteria» che potrebbe avere conseguenze negative sulla solidità della coalizione. «Una volta al governo il centrosinistra ha il dovere di richiedere il ritiro immediato delle truppe», rincara il comunista Marco Rizzo. Anche il verde Pecoraro Scanio è netto: un'intesa bipartisan è possibile solo su un punto, il ritiro immediato degli italiani.