Il Cavaliere: «Facciamo come nel 1994
Deludendo un po' il sindaco della cittadina costiera che si aspettava il giro in piazza a braccetto con il premier che torna utile per la rielezione. Il Cavaliere ha fatto cenno ad Antonio Martusciello di seguirlo, prendendo un po' di sorpresa tutti. E quindi ha chiesto di far rotta sulla Sardegna, destinazione Olbia. Sono pochi particolari ma che nella liturgia berlusconiana vogliono dire tanto. Perché, per esempio, il giovane deputato napoletano, viceministro ai Beni Culturali, sembrava essere caduto in disgrazia, le sue quotazione nel partito venivano sussurrate sotto zero. Era stato rimosso anche da coordinatore regionale della Campania: lui, proprio lui, l'ultimo leader locale ancora in carica dalla fondazione di Forza Italia. E poi perché lo ha condotto con se a Villa Certosa, dove il sabato il premier ama lavorare da solo senza i frastuoni della quotidianità, e non ad Arcore dove il capo del governo preferisce stare con la famiglia lontano dagli impegni. Pochi particolari che segnano un po' la fine di un'epoca nel mondo berlusconiano e l'inizio di un'altra. Le giornate sorrentine, organizzate da Marcello Dell'Utri, sono state un gran successo. Il Cavaliere era convinto di ritrovarsi di fronte ai soliti quattro ragazzetti che aveva visto a Gubbio a settembre, o le poche decine della convention messa in piedi da Scelli a Firenze nel marzo scorso: s'è ritrovato davanti a duemila ventenni entusiasti e il Cav c'ha preso gusto, si è galvanizzato e s'è messo a cantare. Dell'Utri è diventato di fatto il commissario straordinario di Forza Italia e nell'ultimo week end allungato s'è capito anche come sono cambiati i rapporti di forza tra gli azzurri. Mercoledì c'è stata la manifestazione per la libertà dove non c'era Claudio Scajola, l'organizzatore degli azzurri nel 2001 e il sostenitore della trasformazione della formazione politica in partito pesante. Giovedì Dell'Utri ha messo in moto il "motore azzurro", il fulcro della futura campagna elettorale: non c'era Scajola, solito disertatore delle iniziative dellutriane, c'era Sandro Bondi che non ha nemmeno parlato. A Sorrento, proprio il coordinatore azzurro, avvertita la nuova aria, ha provato a riaccreditarsi come dellutriano della prima ora, ha raccontato a tutti come fu il senatore palermitano a portarlo alla corte del Cavaliere. Ma non ha avuto grande luce. Non ne ha avuta proprio il vicecoordinatore Fabrizio Cicchitto, che ha protestato per non aver avuto nemmeno un po' di spazio. E ha fatto notare come esista una sorta di preclusione ai socialisti nel partito. Se n'è andato in silenzio, da solo in macchina a bordo di una Fiat Marea alle sei del pomeriggio di sabato. Poco dopo Lino Jannuzzi dal palco ha fatto un piccolo inciso che in pochi hanno notato: «Sono stato eletto senatore la prima volta nel 1968, quando nel partito socialista c'era ancora Nenni. C'è chi si dice socialista, ma io nel partito non me lo ricordo allora». È riapparso invece in grande stile Cesare Previti. Accolto come una star, per lui è stato un bagno di folla. Con i ragazzi che gli chiedevano di farsi una foto con lui e lo trattavano come una rockstar, come il loro idolo. E s'è visto anche Umberto Scapagnini, il trionfatore di Catania e medico personale del Cavaliere. A loro nei prossimi giorni si aggiungerà anche Enzo Ghigo, ex governatore del Piemonte. Con lui torneranno in auge i Publitalia boys, quelli che lasciarono la concessionaria delle tv berlusconiane per scendere assieme a Berlusconi in politica: sono quelli che gli possono dare del tu o lo chiamano Dottore, segno di grande intimità rispetto a quelli che lo chiamano Presidente. È il ritorno della vecchia guardia, dei berlusconiani della prima ora. Non a caso tra di loro, fanno spesso riferimento allo «spirito del '94», come a sottolineare che loro c'erano; altri ancora no. È Berlusconi che li chiama. Prima di sfrenarsi nei trenini e nelle musiche ha voluto al suo tavolo anche A