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Gli spiccioli di Celentano al Fisco

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Non è stato infatti solo lui a sfruttare le possibilità offerte dalla legge approvata dal governo di centrodestra sulle plusvalenze (le stesse che hanno fatto esplodere Ricucci e gli altri immobiliaristi) per versare meno tasse al fisco. Su quella strada si è infatti avviato anche il comico toscano Roberto Benigni. Nei bilanci di Celentano e del suo gruppo — il Clan, di cui fanno parte ormai solo la figlia Rosita e la moglie Claudia Mori — abbiamo spulciato nei giorni scorsi. Scoprendo che il conduttore di Rockpolitik in tre anni ha consegnato all'Erario appena il 14,92% delle somme guadagnate. Un privilegio non da poco, visto che con il normale regime fiscale anche un lavoratore precario con un reddito di appena 15 mila euro l'anno ha finito per contribuire alle spese dello Stato in percentuale superiore a quelle del Molleggiato. Gli anni che sono stati presi in esame dal Tempo sono quelli dei bilanci depositati presso il registro della Camera di commercio di Milano: 2002, 2003 e 2004, quest'ultimo approvato dall'assemblea del 27 maggio 2005, poco dopo la prima firma del contratto con la Rai per Rockpolitik. Nel triennio di regime la società dei Celentano ha incassato come fatturato 12 milioni e 623 mila euro. L'utile prima delle imposte è stato di 4 milioni e 787 mila euro. Le tasse finali pagate al fisco italiano sono ammontate in tutto a 714.590 euro, equivalenti appunto al 14,92 per cento del guadagno realizzato. In parte il Clan Celentano ha sfruttato le maglie larghe delle norme sulla tassazione delle plusvalenze potendo così incassare proventi straordinari nell'anno 2003 senza gravare sulla imposizione fiscale. Nello stesso anno in cui è stato venduto un immobile di proprietà a Milano, al quinto piano di Piazzetta Guastalla 11. Più o meno le stesse norme che, utilizzate da immobiliaristi come Stefano Ricucci, Danilo Coppola e Giuseppe Statuto, hanno sollevato un vespaio di polemiche. D'altra parte anche il clan Celentano, nel suo piccolo, è un gruppo immobiliare di un certo rispetto. Fra le società di famiglia figurano a patrimonio immobiliare la Locus Amoenus (un immobile da 1,5 milioni di euro nel centralissimo corso Garibaldi 36 a Milano), la Generale Holding (appartamenti per 5,1 milioni di euro), la Neve immobiliare (altro appartamento da oltre un milione di euro), e un altro milioncino di euro vale in bilancio un immobile controllato dalla società di produzione principale, quel Clan Celentano che è la controparte Rai nella realizzazione di Rockpolitick. In tutto circa 9 milioni di euro a patrimonio al costo storico da rivalutare.

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