Torna Berti ed è polemica

Ma i consiglieri Nino Rizzo Nervo e Sandro Curzi attaccano: ritengono priva di logica editoriale la decisione di far partire un programma per sole quattro settimane, parlano di «pressioni esterne enormi» e chiedono che della questione si occupi il consiglio martedì prossimo. Nessuna sorpresa, è stato tutto deciso in cda, rilevano invece fonti vicine al consigliere Giuliano Urbani. Ad annunciare il ritorno della trasmissione è una nota dell'ufficio stampa Rai: la conferma della data e della conduzione mette fine a un lungo tira e molla che ha reso da subito il programma uno dei casi più discussi da parte del nuovo vertice aziendale. Tramontata l'ipotesi della rotazione dei conduttori - sostenuta in particolare dai consiglieri di centrosinistra ma bocciata come «impraticabile» dal direttore di rete Fabrizio Del Noce - il cda ha deciso il 25 ottobre di affidare il programma alla responsabilità del Tg1. Martedì scorso - a quanto si apprende da fonti del consiglio - il direttore generale Alfredo Meocci avrebbe proposto di far partire il programma, in attesa del nuovo approfondimento affidato al Tg1 da gennaio. Ma alcuni consiglieri avrebbero manifestato perplessità sull'opportunità di far partire solo per quattro settimane un programma destinato poi a cambiare formula. La messa in onda della striscia post-Tg1 spiazza perciò Rizzo Nervo: «È chiaro che vi sono state pressioni esterne enormi, così come è chiaro a questo punto che nè il direttore generale nè il direttore di rete hanno avuto la forza di respingerle». La ripresa di Batti e ribatti «non è un colpo di mano, ma una piccola furbizia francamente anche un po' patetica, di cui però martedì il cda dovrà occuparsi», aggiunge. È d'accordo Curzi, convinto che far ripartire il programma per appena quattro settimane non abbia «alcun senso nè alcuna motivazione trasparente e sostenibile» e contraddica «ancora una volta platealmente una decisione del cda». Per Curzi si tratta di «un nuovo caso di indebita pressione e di arroganza da parte di chi non rinuncia all'idea di poter mobilitare anche il servizio pubblico in una selvaggia campagna elettorale. Ci opporremo con tutte le forze a questo tentativo». Ambienti vicini a Urbani sottolineano invece che non c'è stato nessuno strappo e che la messa in onda è stata decisa in consiglio. A quanto si apprende, a favore della ripresa di «Batti e ribatti» avrebbe giocato però anche la presenza di una squadra di una quindicina di collaboratori - fra programmisti, consulenti e assistenti - già pronta. Da gennaio - quando Mimun potrà decidere di creare una redazione ex novo, formata da giornalisti - alcuni consiglieri avrebbero comunque assicurato l'impegno a garantire una ricollocazione per le persone che hanno lavorato alla striscia informativa. Quello che è certo è che l'approfondimento quotidiano del Tg1 avrà un nuovo titolo, un nuovo studio e partirà dopo la prima settimana del 2006.