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Via libera del Senato alla Finanziaria. L'errore dei tagli alla cooperazione e la svista sui conti

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Sul nodo bebè l'Udc non molla

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Sul pacchetto famiglia l'Udc sta alzando il tiro e ha già montato una polemica per estendere anche al 2006 il bonus sui bebè (un assegno di mille euro), ora limitato ai nati nel 2005. Non essendo riuscito a imporre questa linea al Senato ci riproverà alla Camera. Peraltro il ministro dell'Economia Giulio Tremonti non ha posto steccati. «Ci sono state un minimo di difficoltà di comunicazione tra alcuni amici» ha spiegato Tremonti in merito al pacchetto famiglia e sulla destinazione dei fondi ha precisato che «qualsiasi scelta è giusta, che vadano al 2005 o al 2006, purchè siano per i bebè». Insomma per il Tesoro è lo stesso e «la scelta può essere modificata alla Camera purchè sia a sostegno della famiglia». Il bonus sui neonati esteso al 2006 potrebbe quindi essere reintrodotto a Montecitorio, raccogliendo i fondi degli interventi sulle famiglie con bambini sotto i tre anni e limitando l'aiuto ai neonati dopo il primogenito. Questa almeno sarebbe l'intenzione dell'Udc supportata anche dalla Lega. Il ministro delle Riforme Calderoli ieri ha ribadito che il Carroccio avrebbe voluto estendere il bonus per i figli anche per il prossimo anno. Il viceministro all'Economia Vegas però ha frenato lo slancio dei due partiti mettendo in chiaro che «i margini di modifiche dela manovra sono molto stretti». Ieri il via libera al Senato è arrivato in tarda mattinata con il voto di fiducia sottoscritto da 158 senatori mentre 96 sono stati i pronunciamenti contrari dell'opposizione. La giornata è stata caratterizzata anche da una serie di errori. Prima del voto si è dovuto sciogliere il giallo dei fondi dei Paesi in via di sviluppo. In aula infatti circolavano due testi del maxi emendamento alla Finanziaria con due diverse cifre di tagli alla cooperazione con i Paesi poveri. Un testo, quello presentato giovedì dal governo, presenta fondi per 345,4 milioni contro i 552 dell'anno scorso; un altro invece riportava la cifra di 400 milioni. A risolvere il dilemma sono intervenuti la Farnesina e il viceministro all'Economia Giuseppe vegas dicendo che la somma vera è di 400 milioni. Ma gli errori non finiscono qui. Il governo ha commesso un errore con l'emendamento al ddl bilancio che riduce per il 2006 le previsioni di entrata di 5 miliardi (da 6 miliardi) per effetto delle mancate dismissioni di immobili e stima maggiori entrate per 1 miliardo dai dividendi di Eni ed Enel. Il governo nel modificare i saldi 2006 non ha corretto i tendenziali 2007 e 2008 tenendo conto delle mancate dismissioni immobiliari, anche per i due anni successivi per 2,3 miliardi nel 2007 e 2 miliardi nel 2008 ai quali vanno sottratti un miliardo di extra dividendi. C'è stato un tentativo di introdurre la correzione nella Nota di variazione ma non si è potuto fare. Sicchè spetta alla Camera peggiorare il saldo netto da finanziare di 1,3 miliardi per il 2007 e di 1 miliardo per il 2008. Ma Vegas ha spiegato che si tratta di un «errore formale». Se ci sarà bisogno di intervenire per rimediare all'errore di bilancio sul tendenziale 2007 e 2008 il provvedimento «non sarà peggiorativo dei saldi perchè verrà coperto con un emendamento di maggiori entrate». L'iter a Montecitorio parte mercoledì prossimo. Ma dall'opposizione arrivano bordate. Per il segretario dei Ds Piero Fassino «è una Finanziaria che scontenta tutti e non risponde alle esigenze del Paese. Intanto Cgil, Cisl e Uil, scaldano i motori della protesta in vista dello sciopero generale fissato per il 25 novembre. La Confindustria critica i tagli all'Università. Tra i capisaldi della Manovra, oltre al bonus bebè di 1.000 euro per i nati del 2005, c'è un mini-contributo di 160 euro per i bambini nati tra il 1° gennaio 2003 e il 31 dicembre 2005; cento milioni destinati a famiglie con figli disabili, ed altri 100 per le agevolazioni alle giovani coppie che vogliono acquistare casa. Uno sconto massimo di 120 euro per l

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