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Previti, non mollo e faccio politica

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Molti ragazzi attorno a lui per chiedergli le foto insieme e autografi

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«Vanno». «Vanno?». «Vanno, vanno». Cesare Previti c'è. Lo avevano dato per morto, appena due giorni fa si è detto pronto ad andare anche in carcere per combattere la sua battaglia per l'innocenza. Intanto c'è, a piede libero anche se qualcuno lo vorrebbe dietro le sbarre. Arriva in punta di piedi alla convention del Circolo giovani. Arriva con moglie e figlia. Si mette nelle ultime file, ma la sala è stracolma. Non si vede nulla e allora s'arrampica su un palco ma non s'accorge che il soffitto è vicino: ci sbatte la testa. Si mette a ridere: «Non vogliono che tenga la testa alta», si mette a scherzare. Gira tra la gente, ma è talmente in fondo alla sala che non c'è luce e nessuno lo riconosce. Poi arriva qualche raggio e allora lo vedono. Ci sono i ragazzi che si strattonano: «Guarda chi c'è», si dicono nelle orecchie. Arriva di corsa qualcuno del servizio d'ordine di Forza Italia e, attraverso un corridoio laterale, lo conducono tra le prime file. Quando Berlusconi ha finito di parlare, si riaccedno le luce e una piccola folla gli si fa attorno. Sono ragazzi che gli chiedono l'autografo. E soprattutto gli chiedono di farsi una foto assieme. «Onorevole possiamo?», gli chiedono due ragazze in accento veneto. «Ma certo!», risponde Previti. Gli stringono le mani, lo cingono di affetto. «Previti, da quanto tempo non veniva a una manifestazione politica?». E lui s'inalbera: «Non sono mai mancato. Nel mio collegio, nella zona della Cassia, faccio tre manifestazioni all'anno. E deve vedere quanta gente arriva. Io non ho mai mollato, non sono mai uscito di scena. Sono gli altri che vorrebbero...». Ma Previti è tutto un superlativo. Arriva Angelo Sanza: «Angelissimo, come stai?». Passa Mimmo Contestabile: «Eccolo». «La prego, posso fare una foto?». Previti si gira ancora verso l'interlocutore: «Ha visto? poi dicono che non c'è gente che mi vuole bene». Ha sentito Berlusconi? «In grandissima forma. E io mi sento almeno come lui». Previti riconquista il sorriso, dopo la rabbia e l'orgoglio sputati in facia all'opposizione. Erano due giorni fa. Era Montecitorio. F. D. O.

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