L'INTERVISTA
Buttiglione «Accordi disattesi ora si ripari»
Noi non chiediamo niente di pù di quanto era stato concordato». Il ministro per i Beni Culturali Rocco Buttiglione è intenzionato ad andare fino in fondo sulla questione del bonus bebè. E se «per un motivo inspiegabile» l'assegno di mille euro per i secondi nati nel 2006 è saltato, l'Udc, sostiene Buttiglione, «non ha intenzione di mollare la presa e intende inserire la norma alla Camera». «Ci accontentiamo del 2006, per il momento, anche se la prospettiva è diversa». Vuole dire che chiederete qualcosa di più che l'estensione al 2006 dell'assegno di mille euro? «Noi comprendiamo lo stato della finanza pubblica e ci accontentiamo di estendere il bonus al 2006. Ma per la Finanziaria 2007 la norma deve diventare strutturale, ovvero valere per tutti gli anni a venire. Chi si sposa e vuole avere figli deve sapere di poter contare sul contributo pubblico». Lei dice che gli accordi non sono stati rispettati, ma chi si è messo di traverso? Disaccordi nel governo? «Non so cosa è accaduto. Ora vogliamo tornare al testo originario e il maxiemendamento così come è uscito dal Senato non corrisponde agli accordi». Ma la coperta della Manovra è corta e il viceministro all'Economia Giuseppe Vegas ha detto che gli spazi per cambiamenti alla Camera sono molto ridotti. «Non chiediamo soldi in più. La cifra era stata già concordata. Non bisogna fare alcune correzione finanziaria, si tratta di destinare risorse che già ci sono nel piano originario, non si cerchino scuse, per favore». Ne ha già parlato con il ministro Tremonti? Cosa le ha risposto? «Ho parlato con Tremonti che mi ha assicurato la disponibilità a discuterne. Gli ho detto che non è ammissibile cambiare le carte in tavola all'improvviso». E per il suo ministero? Dopo la riduzione dei tagli al Fondo unico per lo spettacolo chiederà più soldi anche per i musei? «Vorrei ricordare che la cultura non è solo spettacolo. Nella mia gerarchia vengono prima gli archivi, i beni architettonici, i musei e quindi chiederò che questo tema venga discusso alla Camera. E a chi dice che i soldi sono pochi rispondo che ci sono delle spese che sono prioritarie. Vogliamo salvare La Scala ma mandare in rovina i musei? O forse prima di destinare risorse vogliamo aspettare che il Colosseo cada a pezzi?» Ma il problema delle risorse è reale. Quanti soldi in più chiederà? «Non voglio fare cifre. Ne ho parlato con Tremonti e con il presidente Berlusconi. La questione è delicata ma credo che abbiano capito il mio punto di vista».