Adriano l'operaio
Celentano paga al fisco solo il 14,92% di quanto guadagna Un privilegio acquisito utilizzando le norme sulle plusvalenze
Perché lui i conti li sa fare bene, e quando tiene la contabilità della holding di famiglia, quella Clan Celentano srl che ha appena concluso il suo impegno con la Rai per Rockpolitik, è bravissimo ad utilizzare tutti gli artifici fiscali che il criticatissimo governo di centro-destra ha escogitato per i ricconi come lui. Andando a scuola da Giulio Tremonti nei cinque anni di dittatura di Silvio Berlusconi, Celentano sembra proprio avere scoperto l'America. I numeri sono gli stessi, con una sola virgola di differenza: 1492 l'anno della traversata oceanica di Cristoforo Colombo. Quattordici virgola novantadue per cento (14,92) la pressione fiscale subita dal Clan Celentano sotto il governo Berlusconi. Gli anni sono quelli dei bilanci depositati presso il registro della Camera di commercio di Milano: 2002, 2003 e 2004, quest'ultimo approvato dall'assemblea del 27 maggio 2005, poco dopo la prima firma del contratto con la Rai per Rockpolitik. Nel triennio di regime la società dei Celentano ha incassato come fatturato 12 milioni e 623 mila euro. L'utile prima delle imposte è stato di 4 milioni e 787 mila euro. Le tasse finali pagate al fisco italiano sono ammontate in tutto a 714.590 euro, equivalenti appunto al 14,92 per cento del guadagno realizzato. Un privilegio assoluto. Non c'è un lavoratore dipendente, nemmeno l'ultimo degli operai o degli impiegati che possa vantare un trattamento così favorevole da parte dell'Agenzia delle entrate. In parte, oltretutto, il Clan Celentano ha sfruttato le maglie larghe delle norme sulla tassazione delle plusvalenze potendo così incassare proventi straordinari nell'anno 2003 senza gravare sulla imposizione fiscale. Nello stesso anno in cui è stato venduto un immobile di proprietà a Milano, al quinto piano di Piazzetta Guastalla 11. Più o meno le stesse norme che, utilizzate da immobiliaristi come Stefano Ricucci, Danilo Coppola e Giuseppe Statuto, hanno sollevato un vespaio di polemiche. D'altra parte anche il clan Celentano, nel suo piccolo, è un gruppo immobiliare di un certo rispetto. Fra le società di famiglia figurano a patrimonio immobiliare la Locus Amoenus (un immobile da 1,5 milioni di euro nel centralissimo corso Garibaldi 36 a Milano), la Generale Holding (appartamenti per 5,1 milioni di euro), la Neve immobiliare (altro appartamento da oltre un milione di euro), e un altro milioncino di euro vale in bilancio un immobile controllato dalla società di produzione principale, quel Clan Celentano che è la controparte Rai nella realizzazione di Rockpolitick. In tutto circa 9 milioni di euro a patrimonio al costo storico da rivalutare.