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Laurea contro Berlusconi. E la lodano

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All'Università di Padova una studentessa presenta una tesi contro il «regime» e contro il premier

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Ma io non ho mai avuto paura di esprimere le mie opinioni, tantomeno quando sono supportate da mesi di letture, ricerca e approfondimenti. Che lo stile politico di Silvio Berlusconi metta in serio rischio la democrazia in Italia non è un'opinione di un'esigua minoranza di apocalittici». Inizia così la lettera di presentazione nel curriculum di Francesca Bellemo, 26 anni, laureatasi il 29 settembre scorso in anti-berlusconismo a Padova, in quella facoltà di Scienze Politiche che negli anni Settanta vide l'ascesa del «cattivo maestro» dell'eversione rossa Toni Negri. È lei la dimostrazione vivente di come il governo Berlusconi favorisca gli studenti, li aiuti a laurearsi e ne ispiri perfino la materia di ricerca scientifica. Il «nemico» Silvio ha infatti accompagnato la studentessa patavina fino al titolo accademico, conseguito con 110 e lode proprio grazie a una tesi contro il Cavaliere, oggetto di analisi, critiche, approfondimenti e moti di indignazione personali elevati al rango di scienza politica. «Antipolitica, una minaccia per la democrazia in Italia» è il titolo della tesi discussa dalla studentessa della Facoltà di Scienze Politiche e Relazioni internazionali, relatore Giorgio Carnevali. Una giornata particolare, vissuta sul filo della tensione, a giudicare dai racconti della ragazza, che temeva addirittura che la sua seduta di laurea potesse essere bloccata dalla polizia politica del governo e si immaginava al centro di persecuzioni e roghi censori in stile Giovanna D'Arco. E pensare che Francesca si laureava proprio nella ricorrenza più importante per Berlsconi: «Ho passato parecchi mesi in compagnia dei misfatti dell'"amico" Silvio, tanto che quasi mi ci sono affezionata (scherzo). Il giorno della mia laurea era pure il suo compleanno...». Lo stesso Berlusconi, appresa la notizia, ha commentato: «Non mi stupisce, in ogni università si studia contro di me. Hanno fatto persino i libri di testo per demolire il presidente del consiglio». La prima tesi italiana in anti-berlusconismo, tuttavia, potrebbe adesso spalancare alla giovane Bellemo addirittura le porte della politica, come lei stesso ammette: «È la mia vocazione, ci spero…», confessa, lasciando pochi dubbi sulla sua collocazione. «Come mai proprio in Italia l'antipolitica ha trovato un fertile terreno per svilupparsi e prosperare? E ancora, davvero tutto ciò può mettere in pericolo la democrazia e soprattutto i suoi istituti di rappresentanza? Quali armi per affrontare questa sfida? Quali prospettive? Quali paladini?», si chieda la studentessa nella prefazione della tesi, che tra le note bibliografiche attinge a piene mani a saggi di Norberto Bobbio, Gianfranco Pasquino e Paolo Flores D'Arcais. Per Francesca Bellemio la destra è l'anti-politica, Berlusocni ne è il virus. Da questo presupposto la studentessa tira giù pagine e pagine sui soliti temi, le tv, il conflitto d'interessi, la xenofobia, la questione morale e le leggi ad personam, in un crescendo di disquisizioni scientifiche sul male oscuro del Paese. Berlusconi, dunque, è il messia dell'antipolitica, «colui che l'ha portata alla sua massima espressione e potenza». Eppure si tratta di un fenomeno che nasce molto prima della «scesa in campo» del Cavaliere e che, forse, rischia di rimanere presente sulla scena politica italiana anche dopo una sua eventuale dipartita, sostiene la Bellemo. Da tangentopoli ai fatti più recenti, passando per la descrizione dei principali protagonisti, si giunge fino all'analisi dettagliata dei dello stile politico di Berlusconi, scoprendo quanto il virus dell'antipolitica possa essere pericoloso per la sopravvivenza dei fondamenti della democrazia. Argomenti da centodieci e lode.

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