IL FRONTE ESTERO

Il premier Berlusconi ieri ha ricevuto il Presidente iracheno Talabani e in una conferenza stampa congiunta ha ribadito la posizione italiana sulla missione in Iraq anche alla luce delle recenti dichiarazioni della sinistra che ha chiesto di fissare un calendario del ritiro delle truppe. Berlusconi ha rivelato che «per due mesi si è lavorato per convincere Saddam all'esilio in Libia, ma non c'è stato niente da fare». Poi ha ribadito che l'Italia «non ha partecipato alla Conferenza delle Azzorre nè ha fornito all'intelligence Usa false informazioni per giustificare l'attacco a Saddam». In sostanza l'Italia «non ha partecipato all'operazione militare ma è intervenuta in Iraq con un'azione di pace». Il presidente Talabani ha confermato che «la guerra era l'unico mezzo per far cadere la dittatura di Saddam che stava conducendo un progressivo annientamento del Paese». Il Capodi Stato iracheno ha poi sottolineato che «un ritiro veloce e non programmato delle forze militari della coalizione, sarebbe un disastro». «Il ritiro delle truppe è un diritto dei Paesi ma - ha detto Talabani - un proverbio arabo dice che quando si fa un'opera buona bisogna farla in modo completo». Il presidente iracheno è stato chiaro: speriamo in un ritiro quanto prima ma in coordinamento con il governo iracheno e in modo graduale. Berlusconi ha seguito con grande attenzione e compiacimento le dichiarazioni del presidente iracheno che sono in linea con la posizione finora assunta dal governo. Il premier ha illustrato l'azione delle forze italiane in Iraq. Complessivamente sono 500 le iniziative messe in atto. La missione di pace si articola su due fronti: quella umanitaria e quella di mantenimento dell'ordine pubblico. Ilpresidente del Consiglio ha detto che sono stati investiti 180 miliardi di vecchie lire in sanità, acqua e agricoltura, infrastrutture, recupero del patrimonio culturale, interventi di energenza e formazione. Berlusconi ha sottolineato l'azione di addestramento compito dal contingente italiano per le forze dell'ordine e per l'esercito. Talabani ha affermato che «ben 9.000 uomini della polizia sono stati addestrati dagli italiani e a fine 2006 le forze irachene saranno in grado di sostituire gradualmente quelle straniere». Il premier ha lasciato intendere che il rapporto tra Italia e Iraq sarà consolidato attraverso la creazione di una Commissione interministeriale mista.