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I Ds a Rutelli: serve un codice per la scelta dei candidati

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I Ds rispondono irritati alle dichiarazioni di Rutelli sulla questione siciliana. Rutelli che diserta il vertice dell'Unione e accusa la Quercia di aver scelto un candidato «che non vince» come Rita Borsellino, non è piaciuto ai vertici del partito di Fassino che pretende un tavolo programmatico subito con la Margherita, per decidere i punti da mettere in comune e una sorta di «codice» di comportamento per i candidati. Insomma, la lista unitaria Ds-Margherita non è in pericolo, ma poco ci manca, visto che ancora i veri punti di contatto non si sono visti, mentre le frizioni su certi temi sono apparse molto evidenti. «La vicenda siciliana non deve venire generalizzata più del dovuto. Ma ora, dopo un tale confronto, dopo le primarie, sarà necessario che i partiti sostengano il candidato vincitore, in ogni caso», sostiene la diessina Marina Sereni. All'indomani della nuova rottura tra Rutelli e Fassino, la Sereni, però è convinta che da parte della Quercia questa volontà poltica di portare avanti il progetto della lista unitaria è ancora fortissima, ma, sottolinea «è necessario cercare di più le cose che ci uniscono e non quelle che ci dividono». E aggiunge che la lista «va fatta garantendo però che si voglia giocare tutti su certe regole e con spirito unitario». I Ds infatti non dimenticano il momento in cui Rutelli disse «no» all'Ulivo. «Abbiamo vissuto con disagio quel momento e ora siamo soddisfatti del cambiamento, ma c'è da rimettere tutto in moto. Bisogna vedere i temi programmatici più importanti...C'è da costruire tutto», sottolinea ancora la Sereni che crede fortemente, al di là di Rutelli che «l'elettorato con il voto a Prodi ha dato un segnale importante che bisogna rispettare». Insomma: «la Sicilia è importante, ma l'Italia intera ancora di più insieme all'unità dei riformisti e al progetto della lista unica». In quest'ottica il suggerimento di Valdo Spini, diessino promotore del nuovo simbolo con il rierimento al Ppe, il quale ritiene che il metodo delle primarie vada in ogni caso salvaguardato. Anzi« meglio farle su tutto», dice Spini, convinto che «per evitare gli equivoci bisognerà buttar giù un codice di comportamento per i candidati che valga ogni volta. Invece di affidarsi ai conciliaboli tra i segretari di partito, ci saranno così regole certe».

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